Prima parte
I molteplici problemi che solleva la questione sindacale non si prestano ad una classificazione semplicistica del tipo di quella che è stata sovente impiegata nel movimento operaio - spiccatamente in quello italiano - e che partiva da considerazioni di topografia sociale. L'analisi di un'agitazione era fatta in base alla determinazione della sua natura e se la bussola indicava che l’ago si orientava verso lo zenit politico, il partito socialista era automaticamente chiamato ad assumerne la direzione, mentre la Confederazione si limitava ad appoggiarlo; nel caso contrario il ruolo si invertiva. Questa discussione sul sesso dell'"angelo sociale", se politico od economico, ha avuto un'illustrazione tragica e comica nello stesso tempo quando, nel Settembre 1920, al momento in cui i proletari italiani avevano occupato le fabbriche, il consesso comune del Partito Socialista e della Confederazione del Lavoro mostrava che alla testa di quel movimento rivoluzionario si trovavano non i militanti che deliberano sull’idoneità dei mezzi da impiegare per rompere il nodo gordiano che lega il proletariato alla borghesia, ma i mozzorecchi che cianciano sui diritti rispettivi dei due organismi a rivendicare la "proprietà " della agitazione.