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Sciopero generale IndiaProclamato da 10 organizzazioni sindacali, lo sciopero nazionale dell'8 e 9 gennaio in India ha visto scendere nelle strade i salariati del paese per protestare contro le politiche del lavoro del primo ministro Narendra Modi. I sindacati chiedono al governo l'aumento del salario minimo e delle pensioni, e misure urgenti contro la disoccupazione. Si stima che lo sciopero abbia coinvolto quasi 200 milioni di lavoratori.

Amarjeet Kaur, segretario generale dell'AITUC, ha detto che non c'è categoria che non abbia aderito alla mobilitazione. Hanno partecipato attivamente alla protesta i sindacati del settore bancario, assicurativo, minerario, petrolifero, postale, metallurgico, energetico, delle telecomunicazioni, dell'ingegneria, della sanità, dell'istruzione, dei trasporti, del pubblico impiego e dell'agricoltura.

New Delhi Television Limited (NDTV) riporta la notizia di scontri con la polizia in varie località, con diversi arresti negli stati di West Bengal, Assam e Jharkhand; nello stato meridionale del Kerala i manifestanti hanno organizzato blocchi alle linee ferroviarie. A causa delle astensioni dal lavoro e dei sit-in, il trasporto pubblico e privato ha subito forti rallentamenti in gran parte del paese.

Secondo il sito AsiaNews, il "Bharat Bandh" (lo sciopero nazionale) è anche contro la normativa Trade Unions (Amendment) Bill 2018, che modifica il Trade Unions Act del 1926 e prevede il riconoscimento obbligatorio per i sindacati sia a livello centrale che statale. Le organizzazioni dei lavoratori ritengono che la nuova legge conceda al governo un "potere discrezionale" nel riconoscere o meno le sigle sindacali, eliminando la contrattazione basata sul consenso congiunto tra lavoratori, datori di lavoro e governo. I sindacati chiedono inoltre l'approvazione di un Social Security Act a tutela dei lavoratori e un salario minimo di 24mila rupie (quasi 300 euro) per il settore dei trasporti.