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Nella capitale tedesca, lo scorso 24 aprile, Jeff Bezos, presidente e amministratore di Amazon, ha ricevuto il premio "Axel Springer Award", che viene consegnato ogni anno a "personalità eccezionali che si sono distinte nell'innovazione, creando nuove strategie di mercato e mentalità, con attenzione alla responsabilità sociale". Il sindacato tedesco United Services Union (ver.di), che rappresenta i lavoratori tedeschi del terziario, tra cui quelli di Amazon, ha colto l'occasione per mobilitare centinaia di iscritti, scioperando in vari hub del colosso commerciale (Lipsia, Werne, Rheinberg, Bad Hersfeld, Coblenza e Graben) ed organizzando una manifestazione di fronte alla Springer-Haus di Berlino, luogo in cui si è tenuta la cerimonia.

L'iniziativa, sostenuta dalla confederazione UNI Global Union (che raggruppa oltre 20 milioni di lavoratori e più di 600 sindacati) e da delegazioni di lavoratori di Amazon provenienti dalla Polonia e dall'Italia, ha ricevuto attestati di solidarietà da Spagna, Francia e Stati Uniti. La segretaria della Cgil ha dichiarato che "quello di Amazon è uno sciopero giusto. Le ragioni dei lavoratori tedeschi sono anche in Italia oggetto delle nostre rivendicazioni e della nostra attività sindacale". In una nota NIdiL Cgil comunica che "anche in Italia affrontiamo tutti i problemi degli stabilimenti Amazon che sono alla base dell'iniziativa di lotta a Berlino: ritmi di lavoro, scarsa attenzione a salute e sicurezza, bassi salari, abuso dei contratti a tempo determinato, scarsa trasparenza nei contratti a tempo indeterminato, rifiuto di confrontarsi con le organizzazioni sindacali."

Amazon è talmente potente (ha 300 milioni di clienti e 560 mila dipendenti sparsi in tutto il mondo) che ignora le minacce delle organizzazioni sindacali, e durante gli scioperi ha dimostrato che può smistare parte consistente del traffico merci verso altri magazzini che non sono toccati dalle mobilitazioni. Di conseguenza i sindacati hanno capito che se vogliono avere voce in capitolo ed essere "riconosciuti" dalla controparte, devono cominciare a muoversi in maniera coordinata. Perciò le sigle sindacali FSC-CCOO (Spagna), Filt Cgil (Italia) e CGT Commerce (Francia) hanno formalizzato a marzo 2018 la richiesta di convocazione del gruppo di negoziazione per l'istituzione di un Comitato Aziendale Europeo di Amazon. Il 19 e 20 aprile a Roma, presso la sede della Cgil, si sono riuniti delegati di Amazon da Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia, Olanda, Belgio, Polonia, Repubblica Ceca, Polonia, Germania, Francia e Spagna con lo scopo di costituire una grande coalizione sindacale, e sembra sia stata ventilata l'ipotesi uno sciopero europeo dei lavoratori del gigante dello shopping online‎. "Globalizzare il conflitto" è l'unico modo per vincere, ha detto Douglas Harper, delegato del CCOO di Amazon.es, colpita recentemente da uno sciopero di due giorni nel magazzino di San Fernando de Henares a Madrid.