Il mondo del food delivery è in continuo subbuglio: siccome i lavoratori subiscono condizioni di lavoro semi-schiavili, sono costretti a ribellarsi, riscoprendo la forza dell'organizzazione immediata territoriale e stabilendo legami di solidarietà, anche internazionali, con altri settori del precariato.
Sabato 27 aprile 2019 circa un centinaio di rider torinesi di Glovo hanno incrociato le braccia per chiedere più salario, più tutele, più sicurezza sul lavoro. In piazza Santa Rita a Torino si è formato un presidio davanti al McDonald's che si è presto trasformato in un corteo su due ruote che ha attraversato le vie del centro, raccogliendo la solidarietà dei passanti e anche quella di altri lavoratori: in segno di appoggio e partecipazione alla protesta i fattorini di Food Pony (Just Eat) hanno infatti deciso di rifiutare gli ordini (riportiamo sotto i motivi delle mobilitazioni tratti dalla pagina Facebook Deliverance Project).
Il giorno seguente, domenica 28 aprile, alle ore 19.00, il servizio di consegne di Deliveroo Bologna è stato bloccato: i rider si sono "sloggati" dall'appplicazione e hanno dato vita ad un presidio davanti al McDonald's di via Ugo Bassi, denunciando il "ruolo negativo del governo, che non si è assunto la responsabilità di fare un intervento legislativo".
Sulla loro pagina Facebook, Riders Union Bologna, i ciclofattorini hanno lanciato un appuntamento per il 1° Maggio:
"La lotta delle/dei riders continua anche il 1 maggio, nella giornata della festa delle lavoratrici e dei lavoratori. Abbiamo deciso di convocare un presidio per le 10.30 davanti al McDonald's di via Indipendenza per spiegare le nostre ragioni e le nostre rivendicazioni. Ci asterremo dal lavoro e distribuiremo volantini che ripercorrono le tappe della nostra battaglia. Non è più tempo di aspettare: non passeremo un altro 1 maggio senza diritti. Le piattaforme ci riconoscano come lavoratrici e lavoratori a tutti gli effetti. Il governo dia seguito alle promesse fatte: è l'ora delle risposte concrete, non della campagna elettorale! Ci vediamo il 1 maggio alle 10.30. Invitiamo la cittadinanza e i solidali a partecipare al presidio."
Il collettivo Riders Union Firenze ha annunciato la sua partecipazione alle iniziative del Primo Maggio in città (appuntamento piazza Beccaria, ore 10.00):
"Dopo l'ultimo palcoscenico mediatico che ci hanno concesso, su di una rivendicazione più o meno condivisibile (le mance dei V.I.P.), i rider sono tornati sotto i riflettori. Anche Di Maio si è trovato costretto a nuove dichiarazioni e promesse, vedremo se concrete. Ora più che mai ci sembra il momento di spingere un po' di più con azioni emblematiche e rappresentative come questa che abbiamo organizzato. Una manifestazione senza bandiere, senza partiti, da fattorini, per fattorini, da lavoratori, per lavoratori. Con il favore di una data simbolo come il primo maggio ci sembra quindi il momento adatto per manifestare per i diritti che abbiamo inseguito fino ad ora. Siete tutti invitati. Uniamoci e prendiamoci ciò che ci spetta."
A Milano i rider danno appuntamento dalle ore 14 in viale Monza 259, davanti alla sede di Glovo Italia. Anche i rider di Deliverance Project hanno annunciato che saranno in piazza il Primo Maggio (appuntamento a Torino, piazza Vittorio Veneto, ore 9.00): "Uniti possiamo vincere!"
I motivi delle ultime mobilitazioni dei rider torinesi
Il mondo del food delivery obbliga i lavoratori e le lavoratrici a condizioni di lavoro indegne: la maggior parte delle aziende funzionano a cottimo, alcune garantendo un minimo orario, altre no, altre ancora pagano all'ora ma solo a partire dal momento in cui arriva il primo ordine.
Le tutele assicurative sono pressoché inesistenti, i guadagni scarsi e le aziende vantano una presunta flessibilità che in realtà è precarietà, ricattabilità e sfruttamento.
Le scarse tutele, l'inesistenza di spese aziendali (i nostri mezzi di produzione, cioè bicicletta o scooter, telefono e connessione internet, sono tutti a spese nostre) e la modalità stessa in cui i contratti sono formulati fanno si che i rischi ricadano tutti sulle nostre spalle, come ci è stato confermato dalla stessa manager di Glovo, che ha dichiarato che vengono messi in turno un sovrannumero di fattorini così da avere la certezza che ogni ordine verrà concluso (vedi articolo La Stampa: https://www.facebook.com/DeliveranceProject/posts/2366760053344607).
I contratti (sia di collaborazione continuativa sia di collaborazione occasionale) non rispecchiano il reale funzionamento del nostro lavoro: siamo trattati da collaboratori e collaboratrici, quando in realtà i vari meccanismi e algoritmi che regolano le nostre prestazioni ci rendono automaticamente dipendenti. Oltretutto per molti e molte colleghe questo inquadramento contrattuale è ulteriormente problematico perché non permette di rinnovare il permesso di soggiorno.
Questa situazione non è accettata da noi rider: in tutta Italia ci stiamo organizzando e mobilitando per pretendere un lavoro dignitoso!
Ovviamente la politica istituzionale, i partiti, partitelli, liste, politici, politicanti, sindacati e quant'altro si sono fiondati su di noi come avvoltoi: l'inizio della campagna elettorale si fa sentire.
Ebbene sì, perché a poco meno di un mese dalle elezioni europee e regionali (almeno per quanto riguarda il Piemonte), una serie di personaggi che per anni e anni ha contribuito a creare o ha creato in prima persona un mondo del lavoro fondato sulla precarietà, ora vuole erigersi a paladino degli sfruttati.
Basti pensare a Di Maio che appena eletto ministro del lavoro aveva fatto grandi dichiarazioni e promesse: "Presto quei ragazzi potranno finalmente essere definiti lavoratori e non sfruttati" che si sono ovviamente concluse con un nulla di fatto. Lo stesso ministro del lavoro, che si è gentilmente reso conto che esistiamo ancora proprio in seguito allo sciopero dei Glover di Torino avvenuto sabato 27 aprile, con cui i e le rider hanno messo in difficoltà il servizio, è tornato a parlare del nostro lavoro solo oggi con un lungo post su facebook dove promette ancora una volta soluzioni immediate:
https://www.facebook.com/LuigiDiMaio/posts/2225118194191381/. Forse non ha capito che non ci abbiamo mai creduto alle sue prese per il culo, anzi, siamo perfettamente consapevoli che tutte le sue mosse sono state usate dalle aziende come scusa per non rispondere alle rivendicazioni portate avanti dalle proteste dei e delle rider.
I e le rider di Glovo hanno intrapreso un percorso di lotta interno all'azienda che ha avuto la sua prima apparizione pubblica durante la giornata del 27 aprile, durante cui circa 70 rider hanno scioperato, riuscendo a bloccare il servizio in una zona della città che è stata tolta dalla mappa delle consegne sull'app, e muovendosi successivamente verso il centro città con un corteo in bicicletta.
Questo sciopero è stato solo il primo passo: diventiamo ogni giorno più forti e continueremo a lottare per delle condizioni di lavoro tutelate e dignitose (vedi https://www.facebook.com/DeliveranceProject/posts/2365523430134936).
I e le rider di Just Eat, che aspettano da mesi una risposta da Food Pony (azienda di Torino che gestisce il delivery per conto di Just Eat) rispetto alla lettera che hanno spedito il 12 Febbraio in cui attraverso 14 punti facevano notare tutte le criticità con cui quotidianamente si scontrano durante i turni di lavoro, lo stesso giorno dello sciopero dei Glover, hanno ritardato di più di un'ora l'inizio del turno di lavoro in solidarietà ai e alle colleghe e alcuni hanno totalmente rinunciato al turno per unirsi alla manifestazione.
L'azienda non ha voluto sbilanciarsi sulla questione rimandando alla clausola rider che avrebbe dovuto essere contenuta nel decretone dignità ma che mai è apparsa.
Il 1 maggio hanno dichiarato lo sciopero dal servizio!
https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=2367176406636305&id=1251882561499034
In Uber Eats continuano gli episodi di prevaricazione del responsabile di Frc (altra azienda che ha appaltato le consegne), continua a sospendere e ad offendere arbitrariamente i/le rider minacciandoli/e ad ogni ora del giorno affinché si colleghino "volontariamente" all'app per fare consegne, spesso i loro turni raggiungono le 12 ore.
Questo 1° Maggio saremo in piazza a fare sentire la nostra voce, siamo stufi di essere da un lato usati per propagande elettorali e dall'altra sfruttati dalle aziende per cui lavoriamo, tanto da non essere neanche riconosciuti come veri e propri lavoratori.
Uniti possiamo vincere!