Il food delivery sta diventando un grosso business anche in Grecia, e anche lì i lavoratori cominciano a ribellarsi alle pessime condizioni di lavoro incrociando le braccia e prendendosi le strade. Da Parigi a Torino, da Manchester ad Atene, l'autorganizzazione fa la differenza.
Lo scorso 11 aprile la Driver Workers' Informal Assembly (#SVEOD), l'assemblea dei corrieri greci, ha organizzato uno sciopero nazionale di 24 ore per rivendicare migliori condizioni di lavoro. Un rumoroso corteo su due ruote ha attraversato le vie di Atene e si è diretto verso il Parlamento.
Gli scioperanti chiedono ai datori di lavoro di fornire loro biciclette e motorini per effettuare le consegne, così da non essere costretti ad utilizzare i propri veicoli e a pagare di tasca propria le spese di assicurazione e manutenzione e il carburante. Vogliono anche che i padroni li muniscano di protezioni antinfortunistiche (caschi, guanti, stivali, impermeabili catarifrangenti, ecc.), e che il lavoro sia classificato come pericoloso per la salute e la sicurezza in modo da poter beneficiare degli indennizzi economici.
Negli ultimi due anni in Grecia quindici rider sono morti sul lavoro. I corrieri in sciopero puntano il dito contro i datori di lavoro che li costringono a lavorare anche 15 ore al giorno, spingendoli a consegnare il maggior numero possibile di ordini durante il turno.
#Couriers and #delivery workers across #Greece are staging rallies and a 24-hour job #walkout on April 11, demanding employers provide a corporate #motorcycle, protective clothing, recognition for hazardous work, unified work description https://t.co/KaXVSTEK3J #SVEOD #Strike pic.twitter.com/2Ro0eVOyhC
— The National Herald (@NationalHerald) 11 aprile 2019