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[Sequestrato a Genova e spedito al Ministero dell'Interno con Relazione n. 265 del 6 settembre 1904]

AI PARTENTI

noi diciamo: la legge militare vi strappa all'affetto della famiglia ed all'attività del lavoro, per fare di voi degli umilissimi schiavi al servizio della classe borghese. In voi, però, compagni ed amici, rimarrà intatta, anche sotto la casacca del militare, la coscienza dei doveri che avete verso i vostri fratelli che rimangono al duro lavoro dei campi e dell'officina. Ricordate che la classe lavoratrice per migliorare le proprie condizioni di esistenza ha bisogno di combattere ogni giorno contro i privilegi dei padroni. Ebbene: allorché il governo v'invierà sui luoghi di sciopero dove i vostri fratelli cercano di strappare la vittoria alla voracità insaziabile della borghesia, ricordate che commettereste un fratricidio sparando sugli scioperanti.

La disciplina militare non deve farvi dimenticare che siete dei lavoratori e perciò interessati alla lotta che combattono gli scioperanti. Dopo il servizio militare sarete costretti dalle dure necessità della vita a ritornare anche voi al lavoro inumano di ogni giorno e pensate che se i vostri atti inconsulti avranno provocata la vittoria della borghesia, anche voi ne soffrireste le conseguenze.

COSCRITTI!

NON SPARATE: il vostro nemico non è il Proletariato al quale appartenete, ma bensì la classe borghese, contro la quale i lavoratori – siano anche momentaneamente vestiti della divisa militare – debbono uniti combattere.

AMICI !

Questi sentimenti di solidarietà voi non li dovete nutrire solamente per gli operai italiani, ma anche per quelli di altri paesi, se domani foste chiamati a contribuire al macello di un popolo contro l'altro. La guerra, sia di conquista che di difesa, non apporterà al proletariato di qualunque nazione miglioramento di sorta, ma servirà alla classe borghese per giustificare l'enorme sperpero di denaro pubblico e tenere avvinta tutta la classe proletaria al dominio proprio.

GIOVANI LAVORATORI!

Noi nutriamo sicura fiducia che la morale che vi sarà predicata appena entrati in caserma dagli ufficiali dell'esercito, non varrà a farvi dimenticare l'affetto per le vostre famiglie e i sentimenti di solidarietà per i vostri compagni di lavoro. Voi avete il dovere di non sparare mai, qualunque sia il pretesto avanzato dai vostri superiori.

NON VI RENDETE FRATRICIDI!

Non date alla classe borghese la soddisfazione di vedere i lavoratori soldati uccidere i propri fratelli. Macchiandovi di un tale delitto, quando tornereste nei vostri paesi, nelle vostre famiglie, fra i vostri amici, sentireste l'animo dilaniato dal rimorso, senza potere in nessun modo riparare l'infamia commessa.

Pensate a questo, o amici e compagni; e mantenete salda la vostra coscienza di classe, malgrado ogni imposizione che vi possa venire impartita dai vostri superiori.

ABBASSO LE ARMI FRATRICIDE!
VIVA LA SOLIDARIETA DEI LAVORATORI!

(I Giovani Socialisti)

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