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Supplemento a "Il Potere operaio", n.2, Valdagno 25 gennaio 1967

marzotto occupataFinalmente siamo riusciti a mettere le mani sui piani di Marzotto. Prima ancora di parlare di questo bel programma fatto sulle nostre spalle, vediamo qual è la sua storia.

Verso Novembre Marzotto convoca i "fidatissimi" CISL e UIL, e gli propone il documento. Ma i "fidatissimi" non si sono fidati di accettare da soli un documento così catastrofico, e hanno chiamata la CGIL. Perché loro sono democratici e "unitari", oppure, se vogliamo chiamare la cose col loro nome, perché temevano una massiccia e violenta risposta operaia anche contro di loro se non ci fosse state anche la CGIL.

Ma la risposta operaia non ha potuto esserci perché la CGIL, in nome dell'unità sindacale, ha accettato il ricatto di Marzotto che ha imposto il silenzio ai sindacati, pena la non ammissione al tavola delle trattative Noi di queste trattative non sappiamo i particolari, però è certo che, a giudicare dai risultati, non sono servite a molto, perché peggio di così non poteva andare. E non poteva andare che così perché alla forza del padrone non si può opporre la forza delle parole, ma sola la forza degli operai in lotta. Sono passati cinque mesi da quando il documento è stato presentato nella stesura definitiva, c'è una lotta contrattuale in corso, ci mettono a integrazione due giorni su sei e ancora questi compiacenti sindacati mantengono "la promessa" di silenzio fatta al padrone, o forse non mantengono nessuna promessa ma mantengono solo la propria paura di una reazione operaia di fronte a questo programma che taglia definitivamente le gambe alla lotta operaia.

Vediamo ora che cose dice.

Per prima cosa, Marzotto e sindacati constatano che la situazione alla Marzotto è "ottima": DALLA PARTE DEL PADRONE aumento delle produzione, dei profitti, della competitività (e se lo dice lui, ci si deve proprio credere).

DALLA PARTE NOSTRA per "stabilità del lavoro", ore di lavoro fruite e sistemi di incentivazione" le cose vanno altrettanto bene. E' quasi inutile per chi lavora alla Marzotto dire che cosa significa questo: stabilità del lavoro significa cinquecento licenziamenti, gli operai che se ne vanno da sé perché coi soldi che pigliano non possono tirare avanti; le ore di lavoro fruite (come se fosse Marzotto a vendere a noi le ore di lavoro e non noi a lui !) sarebbero le giornate a integrazione; i sistemi di incentivazione sarebbero, da una parte l'aumento del carico dei macchinari, delle mansioni e dei ritmi, dall'altra un cottimo che raggiunge benissimo lo scopo di tutti i mezzi di incentivazione, cioè quello di farti produrre molto di più per poche lire. Per quello che riguarda I RAPPORTI COI SINDACATI, si constata con evidente soddisfazione il clima di "dialogo sindacale" che oggi significa per esempio che su un documento come questo i sindacati non solo non chiamano in lotta gli operai, ma neppure gliene parlano. Tutto bene quindi, ma Marzotto pensa che si possa fare ancora di meglio. Innanzi tutto, va aumentata la competitività, cioè bisogna produrre di più e meglio, e a costi più bassi. Ma l'introduzione di nuove macchine non basta ad ottenere tutto e tre queste cose; è necessaria anche une riorganizzazione radicale dei sistemi di lavoro e dei salari. Vediamo in che senso. Il salario viene stabilito sulla base della "quantità di lavoro erogata "della "produttività", della "saturazione dei tempi morti "; cioè quanto più sei capace di utilizzare tutti i minimi intervalli di tempo, di evitare gesti inutili (inutili alla produzione naturalmente e non all'operaio) di strizzarti diventando tu stesso un pezzo della macchina e di adeguarsi al ritmo che ti viene imposto, tanto più sei bravo, tanto più alta sarà la qualifica e quindi il salario. Questo porterà necessariamente ad un cambiamento delle qualifiche e dei salari; così in teoria qualcuno resterà avvantaggiato (e saranno certo quelli più " disposti. a collaborare" cioè i crumiri ) molti altri invece saranno svantaggiati. Per questi altri Marzotto, per una scontata reazione operaia, fa il generoso e si dichiara disposto a mantenere le condizioni precedenti; ma si vede subito dopo che è tutto un trucco, perché, come dice nel COMMENTO FINALE, non sarà permessa "la conservazione di condizioni di anomalo favore" e chi decide se il favore in questione sia o meno "anomalo" " e se sia da ammortizzarsi nel tempo naturalmente è solo Marzotto. (per noi invece l'unica situazione di anomalo favore è la sua, quella di uno che da solo sfrutta migliaia dì persone). Ma dove le intenzioni di Marzotto sono più chiare è nel paragrafo INCENTIVI e LIBERTA'. Marzotto chiede che le parti concordino anche sul fatto che gli incentivi "per quanto elevati "siano liberi di salire in funzione della produttività con il solo limite delle condizioni di salute dei lavoratori e dei livelli qualitativi della produzione ( però come sono generose queste parti che hanno capito nientemeno che è un uomo vivo da sfruttare, da togliergli il sangue che un uomo morto).E' chiaro quindi che la libertà di cui si parla nel titolo si riferisce solo alla libertà dei padroni di far salire i cosiddetti incentivi fino al punto più in là del quale il lavoro non è perfetto e noi crepiamo. Il documento infatti chiarisce a scanso di equivoci, che in nessun caso, "saranno consentite prestazioni inferiori a quelle corrispondenti al lavoro di un operatore di normale capacità e operosità". La normale operosità e capacità, viene misurata su campioni opportunamente scelti da Marzotto. Come se noi non li conoscessimo questi "campioni" operosi e capaci: sono i crumiri, sono quelli che collaborano, i servi che vogliono farsi belli davanti ai capi, che regalano le mezze ore ai padroni. E sarebbero questi "campioni", e essere capaci di dosare "liberamente" la quantità di lavoro in modo da ottenere la migliore retribuzione possibile, tenuto conto di quanto Marzotto ha deciso di pagare il lavoro ad incentivo. Ma per ottenere tutto questo Marzotto ha bisogno della collaborazione di tutti. Perciò quando ci dice che gli operai devono essere a conoscenza di questo nuovo sistema, non intende certo dire che gli operai lo possano discutere respingere o modificare, ma solo che lo devono accettare e che le loro eventuali contestazioni non devono intaccare la sostanza del sistema, che è l'unica cosa che gli interessa. E’ chiaro che gli occorre anche la collaborazione dei sindacati; e gli propone infatti di impegnarsi a porre ogni attenzione affinché la collaborazione si svolga in une completa pace e stabilità dei rapporti reciproci. L'uso degli strumenti di contrattazione, viene infatti confinato nell'ambito dei problemi "non contemplati" nell'accordo. Da questo documento è chiaro che Marzotto ha capito che per conservare la sua posizione di favore sui mercati tessili, non gli conviene frontalmente con gli operai; al contrario gli conviene con accordi come questo, rendere corresponsabili i sindacati dei suoi piani; in questa maniera, non solo programma il nostro sfruttamento a lunga scadenza, ma è sicuro, che non ci potrà essere nessuna lotta operaia capace di scalfire il sistema generale dello sfruttamento, ma solo lotte limitate su rivendicazioni parziali. NOI non sappiamo se questo documento sia già completamente passato; in ogni caso è chiaro che:

A) Marzotto è stato l’unico padrone italiano che si è fidato tanto dei suoi sindacati da presentargli in modo esplicito un documento come questo.

B) Che ha fatto bene a fidarsene, dal momento che da almeno sei o sotto mesi i sindacalisti si sono tenuti questo foglio in tasca senza dirci niente.

NOTA. Le sottolineature nel testo del documento sono nostre. Il paragrafo "QUALCHE COMMENTO" fa invece parte dell’originale.

I compagni di "IL POTERE OPERAIO, come avevano annunciato nell'ultimo Numero del giornale, pubblicano, questo documento, che presentato da Marzotto ai sindacati alla fine del '66, è stato concordato e approvato al principio del '67. Marzotto e sindacati hanno deciso che entrerà in vigore al più presto possibile e che durerà almeno fino alla fine del 1970.

 

Bozza dell' "accordo globale" inviato dalla direzione dalla Marzotto-Lanerossi in data 26/1/67

PREMESSA:

I sindacati C.G.I.L, C.I.S.L, U.I.L, avendo presente la situazione internazionale e nazionale del settore tessile e in particolare dell'industria laniera; avendo preso in esame il confronto fra il livello dell'occupazione nella nostra valle e quello del settore tessile nel suo complesso; avendo esaminato la situazione dei lavoratori in questi ultimi anni, sotto il profilo della stabilità del lavoro, delle ore effettive di lavoro fruite da ciascun elemento in ciascun anno, dei livelli di remunerazione dell'incentivazione in assoluto e relativi alle altre industrie del settore; avendo constatato che il clima ed il dialogo sindacale sono migliori di quelli esistenti in moltissime altre imprese pubbliche e private del settore; avendo constatato come la società abbia mantenuto un'alta competitività attraverso il mantenimento e il perfezionamento dell'efficienza dei settori di acquisto, di produzione, di vendita, e di controllo, con le positive conseguenze in ordine alla conservazione delle posizioni di mercato; avendo constatato l'impegno di capitale e di capacità direzionali verso programmi di sviluppo in corso di concreta realizzazione, nonostante una situazione generale di stasi o da contrazione in Italia ed in Europa; concordano, nel riconoscere che, pur dovendo auspicarsi un generale miglioramento del livello di vita del lavoro in Italia, la Manifattura Lane G. Marzotto & F. ha conservato e mantiene nel paese e nella regione, sotto tutti i profili citati, una posizione di avanguardia.

I sindacati CGIL, CISL, UIL e la Marzotto, dopo un completo esame della situazione generale, riconoscono le condizioni ambientali, il possesso di posizioni avanzate e la decisione di creare sufficienti forze preparate in tali tecniche consentano un ulteriore miglioramento qualitativo dell'attuale situazione nella seguenti aree: nel clima e nel dialogo sindacali, nel perfezionamento della giustizia distributiva tra le remunerazioni, nell'intima concreta conoscenza, da parte di tutti gli operatori della metodologia della misura e della remunerazione del lavoro e nella generale competitività della Società in uno con una più intensa incentivazione delle remunerazioni stesse.

In relazione a tale possibilità e impegno morale che deriva alla Marzotto e ai sindacati CGIL, CISL, UIL di realizzare nel modo migliore e al più presta possibile quanto sì è constatato essere possibile. Le parti concordano sui principi se sugli istituti contenuti nei nove punti del seguente.

 

ACCORDO GLOBALE

 

1) MISURA- Sarà avviata in tutti i reparti, a mezzo di un servizio appositamente preparato dalla Società stessa, una generale operazione di misura delle saturazioni delle efficienze, della utilizzazione degli impianti, e di ritrovamento dei metodi di valore ottimali dei singoli accoppiamenti macchina-articolo, secondo le metodologie ampiamente dibattute, generalmente approvate nel nostro settore nella generalità degli Stati, e condensate negli allegati A.

2) REMUNERAZIONE - Sarà applicato un sistema di remunerazione dell'incentivazione strettamente conseguente alle operazioni di misura di cui al punto precedente e secondo le metodologie e le tecniche indicate durante la trattativa ed esemplificate negli allegati A. Nell'ambito delle formule più concordate, la Società procederà allo studio delle operazioni di cui al precedente punto 1) e a questo punto 2), alla loro applicazione sperimentale ed infine alla loro applicazione definitiva, informando via via e preventivamente i rappresentanti dei lavoratori e i lavoratori interessati sulle risultanze di ognuna delle singole fasi e motivandone la validità. Rimarranno acquisite le procedure di cui all’articolo 6) (parte generale) del contratto nazionale laniero che prevede la regolamentazione delle controversie attraverso successivi livelli di ricorso.

3) INFORMAZIONE E CONOSCENZA- Le formule e le procedure di cui al punto precedente porteranno alla conoscenza dei lavoratori e dei loro rappresentanti l'essenza e le tecniche dei citati metodi, in modo che i lavoratori possano seguire i parametri e la dinamica delle saturazioni e dell'efficienza, da una parte, e delle remunerazioni dall'altra, con piena conoscenza dei dati obiettivi.

4) CRONOLOGIA DEGLI INTERVENTI- La cronologia degli interventi sui vari reparti viene concordata tra le parti mantenendo la prioritaria attenzione sui reparti dei quali si ritenga possibile ed importante il miglioramento della competitività. La definizione del piano cronologico di interventi da parte dell’allegato B.

5) DURATA DELL OPERAZIONE E DECORRENZA. In considerazione della vastità e della complessità del lavoro da farsi (Punti 1, 2, 3) e tenuto conto della presumibile lunghezza del periodo necessario, le parti concordano sulla determinazione di una data dalla quale decorrono tutte le risultanze retributive conseguenti all'applicazione delle nuove metodologie. Le formule per la determinazione di tale data fanno parte dell'allegato C.

6) SOSTITUZIONE DEGLI ACCORDI PRECEDENTI ED ASSICURAZIONE SULLE SITUAZIONI DI MIGLIOR FAVORE. Le parti convengono, che tutti i sistemi di misura e remunerazione attualmente in atto andranno via via sostituiti dal più avanzato sistema sopra descritto. Di fronte ad eventuali sfavorevoli conseguenze che l'applicazione dei nuovi sistemi possa portare in sede remunerativa, i sindacati CGIL, CISL, UIL, e la Società concordano sulla conservazione della situazione di miglior favore eventualmente ora godute nella voce relativa al pagamento degli incentivi: in allegato D. si definiranno le formule e ì limiti che regoleranno tale conservazione delle citate condizioni di miglior favore.

7) INCENTIVAZIONE DEI SERVIZI. Le parti concordano sul fatto che i metodi di misura e remunerazione previsti dal presente accordo vengano estesi, per quanto possibile, alla totalità dei lavoratori; ciò con specifico riferimento ai reparti e ai lavoratori che ricadano sotto la generica definizione di "servizi" e che non sono stati fin qui incentivizzati.

8) INCENTIVO E LIBERTA'. Le parti concordano sull'opportunità che non vengano considerate le formule atte a tagliare gli incentivi a determinati livelli, per quanto elevati e che, per contro, gli incentivi vengano lasciati liberi di salire in funzione della produttività e con il solo limite di salvaguardia delle condizioni igienico-sanitarie dei lavoratori e dei livelli qualitativi della produzione della Società. Simmetricamente e ovviamente non saranno consentite prestazioni inferiori a quelle corrispondenti al lavoro di un operatore di normale capacità e operosità in regime di remunerazione ad incentivo. Tale normalità ed operosità resterà individuabile sia con le normali ricerche condotte con gli strumenti di misura del lavoro, sia attraverso l'individuazione di prestazioni medie di un campione opportunamente scelto nell'universo di coloro che operano nelle identiche mansioni e condizioni. Tale operatore in quanto a conoscenza del rapporto del livello di remunerazione e i corrispondenti livelli di saturazione ed efficienza, potrà, nell'ambito dell'intervallo sopra definito, dosare liberamente l’entità globale del lavoro erogato in funzione del livello di remunerazione dell’incentivo che egli intende raggiungere.

9) PREMIO DI AVVIAMENTO DI NUOVI IMPIANTI. Preso atto del fatto che la Società è stata ed intende permanere all'avanguardia nella tempestività dei rinnovamenti impiantistici ed organizzativi; tenuto presente la crescente frequenza di rinnovamenti impiantistici ed organizzativi alla quale si deve attenersi ove si voglia mantenere un alto indice di competitività volendo tener presente nell'ambito di tali naturali evoluzioni e ferma restando la capacità della funzione "misurazione" a definire equi livelli di remunerazione, ci si può trovare talvolta di. fronte a rilevanti variazioni dell'ambiente psicologico del lavoratore; le parti decidono di immettere in questa accordo un "premio aziendale di avviamento nuovi impianti". Le condizioni, le modalità e la misura di tale premio sono definite nell'allegato E) che conterrà anche, come chiarimento verbale, e per ricordare la genesi autentica del "premio" l'impostazione dello stesso di cui alla lettera del gennaio '66

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IN CONCLUSIONE le parti, riaffermando la possibilità e la volontà di realizzare quanto definito nei nove punti dell'accordo, si impegnano a porre ogni attenzione affinché la collaborazione e l'atmosfera nell'ambito delle quali queste operazioni sì svolgeranno, siano caratterizzate da una completa pace e stabilità dei rapporti sindacali. (E’ ovviamente fuori discussione la piena libertà e l'uso di ogni strumento di contrattazione da parte dei Sindacati e dell'Azienda in ordine a qualsiasi problema non contemplato nel presente accordo). Le parti auspicano che il complesso dei principi che costituiscono questo accordo abbiano una validità permanente in relazione ai rapporti tra la Società e i rappresentanti dei lavoratori ed i lavoratori; le parti concordano peraltro sul fatto che tale accordo non abbia durata inferiore al periodo che scade il 31 dicembre 1970.

 

QUALCHE COMMENTO

L'allegato 6) di cui si parla al punto 6° definirà le voci delle remunerazioni che saranno soggette a tale conservazione ed in particolare quelle che saranno soggette ad una conservazione a tempo indeterminato e quelle che invece andranno ammortizzate in un certo tempo. Si dovrà infatti contemplare, da una parte l'opportunità di evitare lo shock di quei lavoratori che per diverso e meno efficace sistema di misura abbiano potuto godere sin qui di condizioni di anomalo favore, dall'altra di rispettare i principi di giustizia distributiva e di competitività nei costi, principi che sarebbero altrimenti negati dalla conservazione di situazioni di miglior favore, come per esempio quelle relative ad un'anomala incentivazione di saturazione o efficienze non rispondenti a verità.

 

[da www.nelvento.net]