Caro Programma,
ti invio la presente nota nella certezza che sarai il solo giornale proletario disposto a pubblicarla.
Molto si è parlato sullo sciopero degli autofilotranvieri avvenuto in questi giorni a Trieste, ma nessuno ha osato rendere nota pubblicamente la verità.
Per ben due anni la vertenza sui turni-orari si era stiracchiata negli uffici dell'A.C.E.G.A.T. tra i dirigenti dell'Azienda stessa ed i rappresentanti sindacali, senza che si potesse venire ad una soluzione.
Finalmente il 6 agosto veniva esposto ed immediatamente attuato il nuovo turno-orario, debitamente approvato dai rappresentanti dei due Sindacati. Il nuovo turno, atteso per ben due anni dai dipendenti dell'A.C.E.G.A.T. che speravano in un energico intervento da parte dei loro rappresentanti sindacali, lasciò invece tutti indignati, poiché contemplava delle spezzature per cui un dipendente veniva a trovarsi fino a 17 ore a disposizione dell'Azienda.
Poiché il nuovo turno era stato approvato e firmato dai rappresentanti dei due Sindacati in cui i lavoratori avevano posto la loro fiducia, un rilevante numero di aderenti se ne sono dimessi. I Sindacati Unici, capeggiati dal "compagno" Vittorio Vidali e la Camera Confederale del Lavoro, capeggiata dalla Curia Vescovile, si sono con questo atto posti dalla parte dell'Azienda e contro gli interessi dei lavoratori.
Il 7 agosto le maestranze dell'A.C.E.G.A.T., riunitesi in assemblea, manifestarono il loro fermo proposito di entrare in sciopero se non si fosse venuti a una soluzione della vertenza. Il 10, visto che le trattative tra l'Azienda ed i rappresentanti sindacali non avevano concluso nulla, ebbe inizio lo sciopero, che si è concluso con uno netta vittoria degli autofilotranvieri.
Mentre tutta la città era in subbuglio, il "primo cittadino" di Trieste, ing. Gianni Bartoli, era "forzatamente assente" per onorare ad Assisi Santa Chiara e per farsi ricevere dall'ambasciatrice americana Luce, e l'assessore alle aziende municipalizzate dott. Cara si trovava in un campeggio organizzato dall'Aquila.
I triestini hanno di che vantarsi, sia delle loro organizzazioni sindacali, sia delle loro autorità.
Il cronista
il programma comunista n. 16 del 1953