Genova, fine agosto
Ecco un episodio che fa onore ai proletari genovesi. Avendo il Comune di Genova annunziato il licenziamento di 70 netturbini perché affetti da malattie derivanti da un regime di sfruttamento intensivo e da un sistema di ritiro dei rifiuti completamente anti-igienico, la categoria quasi al completo deliberava il 21 agosto la proclamazione immediata di uno sciopero di solidarietà a tempo indeterminato, chiedendo la pensione per i veramente ammalati e il ritorno al lavoro di tutti gli altri, e completando le rivendicazioni con una serie di richieste di carattere economico ed amministrativo. Val la pena di osservare che lo sciopero è stato dichiarato dalla C.I., contro il parere dei sindacati: iniziatosi il lunedì, esso vedeva aderire all'agitazione la CGIL e la CISL solo il giovedì, ma si trattava di un'adesione chiaramente diretta a strappare il movimento all'iniziativa operaia per condurlo sulla via del compromesso; lo stesso giorno, ad una riunione collegiale, i netturbini sventano la manovra, e lo sciopero continua. Ma i cagnozzi sindacali sono all'opera: ad una successiva riunione sono presenti la C.I. e le organizzazioni sindacali, ma non i proletari; i bonzi aprono trattative col sindaco; le conversazioni (e i rinfreschi) durano fino alla mattina del sabato in una "atmosfera di reciproca comprensione" (come dice il comunicato trasmesso per radio alle ore 14, e noi non ne dubitiamo) e si concludono con l'invito ai proletari di riprendere il lavoro.
La conclusione è la solita, né poteva essere diversa: ma vada la manifestazione della nostra solidarietà a proletari che hanno saputo impostare e condurre per diversi giorni, da soli, uno sciopero veramente di classe, e sfidare a viso aperto il fronte unito dei padroni e dei bonzi sindacali. La lezione non andrà perduta, ne siamo certi.
Il corrispondente
Il programma comunista n°17 1957