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A suprema onta dei dirigenti sindacali che la stampa borghese chiama "rossi", gli operai della industria meccanica e navale dello Schleswig-Holstein – pur inquadrati sindacalmente in organizzazioni social-democratiche – non hanno ancora la teoria degli scioperi a singhiozzo, a cronometro, a settore, e, iniziato uno sciopero generale compatto senza esclusione di categorie, tre mesi fa (altro che scioperi di 20 minuti debitamente preannunciati alla parte!), l'hanno sospeso soltanto dopo aver messo a soqquadro tutta la repubblica federale, ottenuto vittoria. Circa trentacinquemila meccanici che abbandonano per tre mesi il lavoro, non preoccupandosi della paralisi di una delle regioni ricche della Germania, ecco un "fenomeno" che non sarebbe apparso nuovo e strabiliante trentacinque o trenta anni fa, che sarebbe anzi sembrato normale, il solo giustificabile, e che ci "riporta" con la mente agli operai cantieri e ai marinai delle basi navali di Kiel, spina dorsale delle grandi battaglie dell'altro dopoguerra tedesco e, possiamo dire, europeo.

Vada agli operai dell'industria meccanica del nord il saluto dei confratelli Italiani che non hanno ancora imparato a singhiozzare e che attendono l'incandescente ripresa delle tradizioni di lotta dei proletari del sud, nella certezza che l'opera corruttrice dei bonzi politici e sindacali può ben assopirle temporaneamente, mai distruggerle.

Il programma comunista n°3 del 1957