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Quando ci fu la sentenza della Magistratura, in favore degli operai della Edison, quella società pagò agli operai la dovuta maggiorazione per lavoro straordinario.

In seguito a quella notizia, alcuni operai dello stabilimento si recarono dai rappresentanti di commissione interne chiedendo se fosse possibile promuovere identica istanza alla Comigliano, al che i "rappresentanti" degli operai dissero (tagliando la testa al toro) "non é possibile, esiste un accordo contrattuale in forza del quale, purché si compensi il riposo in altro giorno della settimana, il datore di lavoro può esigere dalle maestranze, sette giorni consecutivi di lavoro, gli operai della Edison appartenendo alla categoria elettrici hanno un altro contratto, ecc. ecc. "

C’era tuttavia un gruppo di operai ai quali il "non é possibile" della commissione interna non sembrava logico, così che sfruttando la necessità di espansione e popolarità di un sindacato minore si giunse alla vertenza in tribunale. C’é tuttavia da precisare che gli operai, che promossero la causa, (sono circa 110,120) non si appoggiarono al sindacato, perché li patrocinasse direttamente, bensì perché indicasse loro un avvocato disposto ad accettare il patrocinio dei loro interessi.

Questa vertenza venne impostata sulla base media per un operaio di classe 13 di £ 55.000 annue, per un periodo retroattivo di 5 anni £ 275.000 circa. La causa entrò in tribunale dopo il 6 Gennaio 1966. Immediatamente dopo le tre maggiori organizzazioni sindacali si diedero da fare per recuperare il tempo perduto, invitando gli operai nelle rispettive sedi per firmare la delega di rappresentanza ai sindacati rivendicando ognuno la paternità dell'iniziativa, che era invece dovuta a quel gruppo suddetto di operai .

Il 3 Agosto del 1967, il tribunale emise sentenza inappellabile a favore degli operai, cioè condannò la società Italsider a pagare quanto dovuto per prestazioni straordinarie secondo i minimi tabellari previsti dal contratto nazionale metalmeccanici. A questo lato della sentenza, la società Italsider ha obiettato che il tribunale doveva soltanto giudicare se il settimo giorno consecutivo di lavoro doveva essere o no da considerarsi prestazione straordinaria, perciò la parte finanziaria della sentenza andava dibattuta in altra sede.

Quale sarebbe l'altra sede di dibattito? Interpellato l'avvocato degli iniziatori della causa, si è saputo che la società avrebbe cercato l'accordo con i sindacati ed il giudice si é detto d'accordo, visto che i sindacati non hanno posto nessuna obiezione .

Ora viene logico chiedersi: "Cosa hanno fatto i sindacati per informare gli operai, per spiegar loro come andava la causa ? ".

Niente, assolutamente niente .

Tutto ciò che gli operai hanno saputo, lo hanno saputo per vie traverse, per articoli sui giornali, per mezzo di alcuni di quelli operai che promossero la causa i quali, ora uno, ora l'altro, si informavano presso l'avvocato, spargendo poi le notizie nella fabbrica.

Cosa sta succedendo adesso?

Le organizzazioni sindacali, senza avvertire il suddetto avvocato e tanto meno gli operai diretti interessati, si sono incontrate con la direzione per una discussione che avrebbe dovuto essere segretissima giungendo ad un accordo firmato CISL UIL e con la temporanea astensione della FIOM che firmerà in secondo tempo, dando così la colpa alle altre organizzazioni sindacali con la scusa che oramai l'accordo era firmato e non poteva astenersi per non rompere l'unità sindacale. ("come per le pensioni").

Le organizzazioni sindacali e la direzione Italsider, sono venute alla conclusione che a tutti gli aventi diritto del 7° giorno, del gruppo Italsider, 18.000 dipendenti circa, sarà corrisposta, una tantum, di £ 60.000 / 80.000 con un onere per la società di un miliardo e mezzo, tutto questo in barba a ciò che ha deciso o potrà decidere la Magistratura .

Ancora una volta le decisioni dei "nostri" rappresentanti sono state prese sopra le nostre teste, e non sono le nostre decisioni (vedi la sentenza dei decimi).

L’unica possibilità che abbiamo é quindi quella di prendere in prima persona qualsiasi decisione, autorganizzando e gestendo le nostre lotte.

Le ultime esperienze di lotta della FIAT e della MARZOTTO, ci insegnano appunto che le lotte operaie gestite dagli operai sono le sole che possono veramente incidere.

La repressione poliziesca di queste lotte ci insegna che per vincere in fabbrica non basta combattere il padrone, ma bisogna combattere il sistema .

OPERAI DELL'OSCAR E’ ORA DI SVEGLIARSI

Non serve a niente attaccarsi alle gonne del sindacato, che ci ha venduti al padrone.

Quando sono in gioco i nostri interessi collettivi, personali e singoli, come il licenziamento di quell'operaio che é venuto alle mani col proprio capo, bisogna scavalcare il sindacato e promuovere azioni spontanee che paralizzano la produzione, questa é l'unica arma che abbiamo ed é l'unica che faccia veramente paura al padrone,

IMPARIAMO AD USARLA!

Gruppo operaio dell’Italsider

della LEGA OPERAI - STUDENTI

Via C.Rolando 8/8
Ge Sampierdarena

Genova, 29 aprile 1968.

[tratto da www.nelvento.net]