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marzotto_2Compagni,

alla Marzotto di Valdagno gli operai hanno reagito a 20 anni di paternalismo, di riformismo aziendale, che si concretizzava poi nel continuo aumento dal ritmi di lavoro nella dimiuzione del salario reale e dell'organico, in frequenti scioperi sindacali (che nella attuale situazione di merci invendute favorivano solo Marzotto e non gli operai). Gli operai hanno dato vita ad una serie di grandi manifestazioni che sono andate ben al di là dello sciopero sindacale, che con i limiti che aveva non soddisfaceva nessuno.

A questa lotta operaia hanno partecipato gli studenti medi,espressione di quella che sta diventando ormai una unità reale fra operai e studenti avanzati, col piano della lotta, che é quello che conta.

Scontri violenti con la polizia del padrone, attacco all'ufficio dei tempisti, assalto ai negozi di Marzotto, distruzione della statua di Marzotto sono stati la violenta risposta operaia contro la lunga e quotidiana violenza dei padroni. La reazione poliziesca è stata immediata oltre ai numerosi feriti negli scontri, nella notte sono stati arrestati 45 scioperanti.

Le lotte operaie oggi esprimono una violenza che le organizzazioni "democratiche" non riescono più a controllare e a incanalare in "azioni" democratiche e  inoffensive. Quelli che ci dicono da anni che certe lotte non si possono fare, che certe richieste non possono essere avanzate perché gli operai sono "integrati e non sono disposti alla lotta, sono oggi smentiti clamorosamente dalla combattività operaia.

Questa situazione nuova impone però alcune misure: innanzi tutto occorre che gli operai si organizzano per rintuzzare l’inevitabile repressione del padrone e del suo Stato. Questo significa:

1- che le lotte non debbono rimanere isolate. Sia che scoppi nel settore tessile con la Marzotto o in quello dell’auto come alla Fiat, la lotta è unica, è la lotta del proletariato contro lo sfruttamento.

- L’isolamento è l’arma fondamentale del potere

- L’allargamento della lotta è l’arma fondamentale degli operai

2- Ogni atto repressivo, come l’incarceramento dei nostri 45 compagni, deve trovare una pronta risposta da parte di tutta la classe, una risposta che va dallo sciopero politico contro la repressione poliziesca sino alla lotta organizzata nel vivo del processo produttivo.

Compagni, il mutamento della nostra condizione di sfruttati sarà soltanto opera nostra. Le nostre condizioni di lavoro e di vita non saranno certo rovesciate né scalfite dalle schede elettorali. Le schede elettorali non faranno certo uscire di galera i nostri compagni di Valdagno. Come sempre

LOTTA E’ L’UNICA DEMOCRAZIA DEGLI SFRUTTATI

Lega Degli Operai e Degli Studenti

Genova, 24 Aprile 1968
Via Carlo Rolando 8/8

[tratto da www.nelvento.net/critica/marzotto.php]