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La più celebre canzone anarchica italiana fu scritta nel 1895 da Pietro Gori sulle note di un anonimo brano musicale della tradizione popolare toscana.

La vicenda narrata è autobiografica:l'autore venne infatti espulso,insieme ad altri dodici compagni,dalla Svizzera,dove erano rifugiati politici,e gli stessi esuli la cantarono per la prima volta sotto le pensiline della stazione di Lugano,in attesa di partire per una nuova "patria". In realtà ne esistono due differenti versioni,questa è quella "ufficiale",l'altra,vergata dal Gori medesimo in punto di morte,è conservata fra i manoscritti dell'archivio storico del comune di Portoferraio,ma le diversità sono del tutto marginali.