Di cose da dire degli ultimi due giorni ne avremmo tante, ma l'onda mediatica che ci ha travolti e travolte nelle ultime ore, ci spinge a dover prendere parola con più urgenza in merito a quello che è successo ieri mattina nel centro della città in cui lavoriamo.
Nella giornata di ieri, 1 maggio, abbiamo assistito a un ritorno nella narrazione mediatica nazionale della figura dei e delle riders. Testate giornalistiche, un ex presidente del consiglio dei ministri, su tutti, hanno ridato visibilità a un settore lavorativo intrinseco di sfruttamento, salari da fame e poche tutele. Tutto questo perché, ieri, nella sacra "festa" dei lavoratori e delle lavoratrici, un gruppo di riders ha provato a prendersi il proprio spazio di agibilità all'interno del corteo istituzionale, indetto dai sindacati confederali CGIL-CISL-UIL.
La risposta della polizia è stata quella di un copione già visto troppe volte: accerchiare e caricare a freddo i e le riders all'altezza della Galleria San Federico, in via Roma.
Solo calci, spintoni e minacce per chi prova a entrare nel corteo e criticare l'operato dei sindacati confederali. In particolare, quest'ultimi, non solo non hanno espresso solidarietà per quanto accaduto per le strade in precedenza, ma passivamente hanno anche accettato che lavoratori e lavoratrici venissero caricat* dalla celere, continuando a sfilare in silenzio con le loro bandiere.
Tante sono però le persone che hanno solidarizzato con noi, alcune urlando slogan per chiedere che fossimo ammessi e ammesse al corteo, alcune filmando l'accaduto, alcune addirittura fermandosi e sfidando coraggiosamente la gestione scomposta e violenta della piazza da parte di poliziotti e servizi d'ordine sindacali decisamente poco lucidi. L'unanime solidarietà a livello nazionale, scaturita dalla scandalosa vicenda ci mostra ancora una volta come lottare sia l'unico modo per rompere il silenzio intorno alle nostre condizioni.
La lotta rider è viva e percorre viali, portici e piazze della città. E, possiamo assicurarlo, non soggiace sotto le casacche rosse che puzzano di muffa e compromessi sulla pelle di chi lavora.
P.s.: solidarietà allo spezzone sociale contro la guerra, più volte attaccato dalla polizia. Un abbraccio a* manifestant* ferit*.
Rider in lotta Milano
Riders Union Catania
Slang-USB Genova
Riders Roovolt
IWW Italia