Torna lo scontro fra la Cgil e la Fiom della Lombardia sulla vicenda dell'Expo: il sindacato dei metalmeccanici parla di "doppiezza della Cgil che critica il Jobs Act di Renzi e poi concede flessibilita' selvaggia" e si dice "indisponibile alle ipotesi prospettate". Nei mesi scorsi la Cgil aveva firmato un accordo con le parti sociali sull'Expo con l'idea di "regolare" l'impiego del lavoro precario. Ma in realtà si è arrivati a normalizzare il lavoro volontario.
"E' davvero molto sorprendente e negativo che la Cgil si dica disponibile a siglare un avviso comune per una maggiore flessibilita' nei rapporti di lavoro collegati a Expo 2015 - afferma Mirco Rota, segretario generale della Fiom Cgil Lombardia - che determina e fotografa una situazione di assoluto precariato per i lavoratori, al punto che il contratto a tempo determinato e di somministrazione lavoro saranno le due forme contrattuali prevalenti per inquadrare i nuovi occupati". "Addirittura - rincara la dose il segretario delle tute blu lombarde - si coniugano impropriamente due forme di contratto di lavoro, l'apprendistato professionalizzante e il contratto di somministrazione lavoro, creando un ibrido, pur di tenere sempre in scacco i lavoratori in una condizione di reale disagio e soprattutto senza prospettiva di stabilizzazione".
"Nella compiacenza verso queste logiche che da sempre come Fiom condanniamo - prosegue Rota - c'e' tutta la doppiezza della Cgil, che da un lato critica il Jobs Act di Renzi, rimproverando una flessibilita' troppo marcata, ma d'altro canto avalla la flessibilita' selvaggia e la utilizza come dogma, perdendo di vista gli interessi dei lavoratori, che vengono sacrificati sull'altare dell'Expo". "Il nostro giudizio su questa ipotesi di avviso comune e' estremamente negativo - conclude -, in un contesto, lo ribadiamo, in cui non e' necessario concedere gratuitamente alle imprese ulteriore liberta' in nome dello stato di necessita', offrendo ulteriori possibilita' di flessibilita' in uscita e licenziamento, ovviamente sulla pelle dei loro dipendenti, precari di lungo periodo nella migliore delle ipotesi. Nei territori e nelle aziende saremo indisponibili a procedere nella direzione indicata da questo avviso comune".
[tratto da www.controlacrisi.org]