Logo Chicago86

chicago86Lotte in corso. INTERNAZIONALE

Bulgaria - 1-12-2025Se il welfare state serve a raffreddare la temperatura sociale, un suo taglio non può che provocare tensioni crescenti

La miseria crescente spinge un numero sempre più grande di lavoratori precarizzati, sottoccupati e disoccupati a scendere in strada in diverse città d'Europa. Non si tratta di crisi episodiche né di errori di gestione nei bilanci pubblici, ma di una traiettoria storica che impone ai senza riserve la difesa immediata delle condizioni di vita attraverso scioperi, manifestazioni e blocchi. Ad ogni latitudine i bonzi sindacali, pompieri del conflitto sociale, cercano di ricondurre lo scontro di classe ad una disputa elettorale o giuridica, ma non sempre vi riescono.

licenziamenti ad alta tecnologiaL'intreccio tra le condizioni dei lavoratori occidentali licenziati dai magazzini e i data workers sottopagati nel cosiddetto terzo mondo

Nuova ondata di licenziamenti da parte delle big tech: Amazon licenzierà 14 mila lavoratori e li sostituirà con robot, Meta taglierà 600 posti di lavoro nel reparto IA e Siemens 5.600, Microsoft ha licenziato 15.000 dipendenti nel 2025. La lista è ancora lunga e in continuo aggiornamento.

I lavoratori in alcuni casi hanno manifestato contro lo sviluppo tecnologico, mentre nei casi più disperati hanno dato vita a comportamenti autolesionistici.

Magazzini e uffici assomigliano sempre più ad esseri viventi, ne copiano le caratteristiche e interagiscono con l'ambiente per mezzo di feedback continui che ne ottimizzano la struttura. I lavoratori sono subordinati ad attività esterne on-demand, tramite app che mettono in contatto, in tempo reale, chi offre un servizio (trasporto, consegna, assistenza domestica, ecc.) con chi lo richiede.

Generazione Z - autunno 2025Dal Sudamerica all'Africa, soprattutto i giovani scendono in piazza per chiedere un futuro diverso, con nuove forme di organizzazione.

L'autunno appena iniziato registra un aumento della temperatura sociale. Decine di migliaia di persone sono scese in strada in Perù, Ecuador, Madagascar, Marocco, Timor Est, Paraguay e in altri parti del mondo, causando blocchi della circolazione e scontri con la polizia, che spesso hanno portato a feriti e in alcuni casi a morti.

Al di là delle diverse scintille che hanno fatto da innesco alle sommosse, ci sono alcune invarianze rilevabili, a cominciare da un disagio serpeggiante nelle società dovuto ad una sempre più marcata polarizzazione, che da una parte vede la ricchezza concentrata in sempre meno nodi della rete capitalista, dall'altra l'allargarsi dell'esercito dei senza riserve.

Un altro fenomeno di questo periodo sono le manifestazioni in solidarietà con la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza, diffusesi in diverse parti del mondo.

SAG AFTRA PicketUna battaglia per il "diritto al lavoro" nell'epoca delle macchine intelligenti è di retroguardia. I lavoratori reagiscono come possono alle conseguenze delle ristrutturazioni aziendali, ma sarebbe quantomai necessaria una lotta generale per il salario ai disoccupati e la drastica riduzione dell'orario di lavoro.

L'ultima agitazione, in ordine di tempo, contro la sostituzione dei lavoratori con strumenti di intelligenza artificiale (IA) si svolgerà il 23 settembre in Germania, dove TikTok prevede di smantellare il dipartimento Trust and Safety di Berlino, che impiega circa 150 moderatori dei contenuti.

Un'altra inevitabile sostituzione di lavoro vivo con lavoro morto si è verificata il mese scorso in Texas, con il licenziamento di oltre duecento collaboratori esterni di Google AI.

Negli ultimi anni l'introduzione su larga scala di sistemi di IA ha accelerato la trasformazione dei luoghi di lavoro, con sempre meno lavoratori che mettono in moto sempre più capitale.

sciopero grecia 20221109

L'inflazione dell'Eurozona in ottobre ha toccato il massimo storico del 10,7%, masse di senza-riserve cominciano a muoversi per difendere le loro condizioni di vita

Mercoledì 9 novembre in Belgio si è tenuto uno sciopero generale contro l'impennata dei prezzi e per chiedere aumenti salariali. Numerosi blocchi sono stati organizzati in aree industriali e commerciali del paese, e interruzioni del lavoro hanno interessato tutti i settori: industria, trasporti, aeroporti, ospedali, ecc.

Nella stessa giornata anche in Grecia è iniziato uno sciopero generale di 24 ore contro il carovita (l'inflazione nel settembre scorso ha sfiorato il 12%). "L'alto costo della vita è insopportabile… chiediamo salari più alti e protezione sociale per tutti", riporta il manifesto della Confederazione generale dei lavoratori greci GSEE. Il corteo, che ha raccolto decine di migliaia di manifestanti e ha sfilato per le strade della capitale, è stato organizzato dai sindacati ma ha visto anche la partecipazione di gruppi anarchici e organizzazioni studentesche. L'economia è rimasta paralizzata e violenti scontri tra manifestanti e polizia hanno avuto luogo davanti al Parlamento ad Atene.

Sciopero alla ExxonMobilChe ci troviamo di fronte ad un autunno caldo ormai lo dicono anche i giornali borghesi, preoccupati dall'impennata dell'inflazione e dalla recessione in arrivo. Per il prossimo anno in Italia, se tutto va bene, è attesa una contrazione del Pil dello 0,2%.

A complicare una crisi economica dalle origini lontane ci hanno pensato la guerra in Ucraina e gli effetti delle sanzioni occidentali contro la Russia. L'abbiamo già detto ma forse è bene ripeterlo: la lotta per migliorare le condizioni di vita dei salariati va di pari passo con la lotta contro la guerra, l'una è inefficace senza l'altra. E non si tratta di farsi paladini di un impotente pacifismo, ma semmai di farsi megafono di un programma anticapitalista. Nel frattempo, le contraddizioni aumentano e i senza riserve cominciano ad entrare spontaneamente in agitazione.

Movimento 'Don't pay' nel Regno UnitoDopo l'allarme lanciato a giugno dalla compagnia di assicurazioni Allianz in merito all'aumento dei disordini civili dovuti al carovita e agli intoppi nelle catene di approvvigionamento, è arrivato ai primi di settembre il rapporto "Civil Unrest Index" dell'agenzia di consulenza britannica Verisk Maplecroft. E anche in questo caso viene scoperta l'acqua calda, ovvero che con la crescita dei prezzi di cibo ed energia aumentano gli scioperi e le rivolte. Per esempio in Indonesia, dove in questi giorni si stanno verificando violenti scontri tra manifestanti e polizia in seguito alla decisione del governo di alzare del 30% i prezzi del carburante; oppure ad Haiti, dove nelle ultime settimane l'alto costo della vita, la mancanza di carburante e l'insicurezza hanno fatto scendere in strada masse di senza-riserve.

Proteste in Sri Lanka Ci vorrebbero aggiornamenti giornalieri per riuscire a tenere il passo con quanto sta accadendo nel mondo in termini di lotte, scioperi e sommosse, ma per forza di cose qui ci limiteremo ad un focus riassuntivo. Una premessa è necessaria: riguardo a quest'incipiente ondata di subbuglio planetario, va considerato l'intreccio sempre più stretto tra gli scioperi a carattere rivendicativo e le rivolte contro lo stato di cose presente. Al di là di ciò che pensano e fanno politici e sindacalisti di ogni risma e colore, interessati per lo più ai tavoli delle trattive e alla legittimazione del proprio ruolo, quando le situazioni sono mature le lotte scoppiano spontaneamente, mandando a gambe all'aria i loro piani. Come nei terremoti "naturali" in cui l'urto tra le placche crostali sprigiona quantità enormi di energia, anche in quelli sociali lo scontro tra le classi provoca improvvise vibrazioni che fanno saltare i vecchi equilibri.

Manifestazioni in EcuadorLa temperatura sociale aumenta e con essa gli scioperi e le rivolte.

Come anticipato nell'articolo "Coprifuoco in Sri Lanka e Perù", la situazione sociale, già critica a causa del Covid che ha determinato intoppi nella catena di approvvigionamento, sta peggiorando drasticamente per effetto della guerra in Ucraina.

All'elenco dei paesi in stato di agitazione si aggiunge la Tunisia che, giovedì 16 giugno, ha visto uno sciopero generale dell'intero settore pubblico (che comprende anche porti e aeroporti), organizzato dal più grande sindacato del paese, l'UGTT (Unione Generale Tunisina del Lavoro), contro i bassi stipendi e il taglio di alcuni sussidi. La mobilitazione contro la perdita di potere d'acquisto dei salari ha coinvolto circa tre milioni di lavoratori.

efood atene 2022 06 24Dall'Europa al Sudest asiatico i lavoratori del food delivery, anche a causa delle conseguenze della guerra e della pandemia, alzano la testa e riscoprono la necessità dell'unione internazionale degli sfruttati.

Venerdì 17 giugno circa 400 driver di efood si sono astenuti dal lavoro per 4 ore e hanno manifestato per le strade di Atene. Il corteo a due ruote si è concluso davanti alla sede centrale dell'azienda, una collegata di Delivery Hero. La direzione ha rifiutato di accettare le richieste dei lavoratori, che perciò hanno indetto un'altra giornata di lotta per il venerdì successivo, questa volta con uno sciopero di tutto il turno lavorativo. La protesta ha visto la partecipazione di centinaia di driver, che si sono radunati in sella alle loro moto fuori dagli uffici del Ministero del Lavoro, costringendolo ad ascoltare le loro richieste. Il Ministero ha dichiarato che alcuni comportamenti dell'azienda non sono corretti (mancato rimborso delle spese del carburante e mezzi di protezione individuale insufficienti), ma ha ignorato le altre richieste dei lavoratori, pertanto la lotta continua.