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Con questa lettera siamo a dichiarare il nostro sdegno nel vedere una Filcams allo sbando completo, incapace di difendere quei diritti e valori fondamentali dei lavoratori, per cui tante volte siamo scesi in piazza. Il voler essere ai tavoli per firmare ad ogni costo, anche passando sopra a quelle che prima erano battaglie sacrosante della Filcams, ed ora sono considerate come merce di scambio.

Partiamo dal mirabolante accordo sull'Expo, un sindacato serio al quale veniva proposto di far lavorare i giovani gratuitamente, avrebbe dovuto chiedere il normale pagamento del lavoro come stabiliscono leggi e contratti vigenti. Inoltre doveva essere contro l'apertura della fiera il primo maggio essendo tale data, un asse portante del sindacato in generale e della Filcams in particolare; la quale nel corso degli anni aveva sempre difeso la festa del lavoro anche con la mobilitazione. L'aver scelto il 1 maggio come giorno di apertura ha creato un effetto domino in Lombardia, nel quale molti magazzini, attività commerciali e non solo, apriranno in tale data. Bel capolavoro! Quello che è successo dopo l'accordo è sotto gli occhi di tutti: mazzette, interessi, multinazionali che la fanno da padrone, arresti, mancati collaudi alle strutture e ritardi immani, i soldi girano e ci sono diciamo noi, ma non per pagare dignitosamente i lavoratori.

La recente intervista sull'apertura del 25 aprile, rilasciata dal segretario provinciale Filcams di Livorno Franceschini (che si dovrebbe dimettere) appiattita sugli interessi della Coop (firmataria della legge 30 per gli smemorati) e contro i lavoratori Coop e pubblici, sono cose che solo il miglior Brunetta poteva concepire. La giustificazione patetica sul fatto che i lavoratori possono lavorare il 25 aprile in modo volontario è funzionale agli interessi della Coop. Il contrario di quello che dovrebbe fare un sindacato: indire uno sciopero in tutti i punti vendita aperti e coprire tutti quelli che non vogliono lavorare il 25 aprile. Ci immaginiamo i soprusi e i "consigli" che daranno i capetti della Coop, anche perché è sabato e qualcuno dovrà pur lavorare. Ma se non difendiamo noi il 25 aprile chi lo deve difendere? Se poi lo abbiniamo alla battaglia della Filcams sulla festa non si vende, sugli scioperi fatti per difendere almeno le festività dal lavoro obbligatorio domenicale, dal volantino regionale che indice lo sciopero il 25 aprile in toscana e che noi condividiamo, capiamo che la Filcams ha dei seri problemi di schizofrenia acuta, consigliamo uno psichiatra di quelli bravi!

Siamo rimasti esterrefatti dall'articolo sull'Obi di Piacenza, ma ancor di più dalla risposta della Filcams, dove si dice che detto accordo è rispettoso dell'art.4 Legge 300/70 (controllo a distanza), nel rispetto della disciplina in materia del trattamento dei dati personali (D.lgs. 196/2003), nel rispetto del D.lgs. 81/2008 (consultazione preventiva del RLS). Come si fa a parlare di rispetto quando i lavoratori sono trattati come chi è ai domiciliari, o come panda sempre rintracciabili? Ma non dovevamo essere contro il Jobs act anche nella parte del controllo a distanza? Come la segretaria Camusso si impegnò per far togliere la spilla offensiva alle lavoratrici della Rinascente dichiarando: "la spilla era simbolo di un non rispetto per le persone, per la dignità di chi lavora", non comprendiamo come mai la stessa sensibilità non viene usata nel caso del braccialetto. Se la Filcams nazionale è così sicura del rispetto per i lavoratori, dovrebbe pubblicare tale accordo, cosi tutti noi comprenderemmo meglio il nesso che c'è tra il Calling System e la dignità del lavoratore.

Per quanto riguarda la trattativa del contratto con Federdistribuzione sono passati 8 mesi dall'ultimo comunicato datato 29 settembre 2014 a quello datato 2 aprile 2015 senza fare un attivo dei delegati e una campagna di assemblee sullo stato della trattativa, l'informazione è passata solo con comunicati cartacei. Il mancato coinvolgimento dei lavoratori e dei delegati per noi è un segnale della crisi del sindacato e della sua democrazia. Quello che abbiamo visto nella firma del Ccnl di Confcommercio con una accelerazione sulla firma del contratto senza fare un'ora di sciopero vorremo che non accadesse nel nostro contratto di Federdistribuzione.

O si lotta fino alla fine cercando di salvare almeno quei diritti su cui la Filcams si è sempre battuta o rischiamo di portare completamente i lavoratori nelle braccia dei padroni e di ridurre le Rsu che lottano a passacarte delle aziende. Noi vorremmo che non succeda.

[tratto da http://sindacatounaltracosa.org]