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Sinché durerà una politica opportunistica dei partiti operai, sarà estremamente difficile modificare la linea di collaborazione di classe dei vertici della CGIL. Essa è in fase con quanto avviene nei partiti operai; il processo di socialdemocratizzazione investe l'insieme del movimento operaio italiano e caratterizza, in realtà, tutta l'Europa occidentale, per quanto attualmente vi siano molti importanti momenti di ripresa delle forze di sinistra marxiste.

Quest'ultima parte della "lettera aperta" è dedicata all'azione dei militanti di avanguardia nei sindacati. Ma gli autori di essa, prima di entrare nel merito di tale azione, intendono porre in guardia dall'illusione che sia sufficiente operare a livello sindacale per capovolgere la linea opportunistica della Confederazione; la lotta per il rinnovamento del movimento operaio italiano è un tutto unitario, che vede come terreno di intervento da parte dei militanti di avanguardia il PCI in primo luogo, i sindacati della CGIL, il PSIUP, le organizzazioni giovanili dei partiti di sinistra. Non spetta a questa "lettera aperta" indicare i compiti precisi dell'azione d'avanguardia nelle singole situazioni (che sono molto differenziate) e nei partiti e movimenti giovanili o verso di essi; qui va affermato semplicemente questo: che la lotta per una nuova politica della Confederazione è inscindibile dalla lotta per un nuovo grande partito operaio rivoluzionario.

Nella Confederazione, attualmente, vi sono avanguardie coscienti, militanti turbati da tanti fatti di cui intuiscono la causa essere in scelte di linea errate da parte dirigente, vi sono quadri sindacali che vedono magnifiche mobilitazioni proletarie venire sconfitte non solo e non tanto per le condizioni oggettive generali e la forza dell'avversario di classe, ma anche, spesso soprattutto, per la politica dei vertici sindacali. Questi militanti debbono porsi il problema di come operare per un'inversione della tendenza.

La lotta delle avanguardie coscienti per una ripresa dell'azione classista e rivoluzionaria del movimento operaio italiano si scontra oggi con forze quantitativamente assai superiori; ogni passo falso, ogni precipitazione permetteranno ai burocrati di destra di schiacciare gli oppositori. Occorre organizzare la lotta.

Vi è una parte di militanti, critici verso la linea attuale della CGIL, e sovente si tratta anche di funzionari e di dirigenti, che si colloca in una posizione di pura e semplice attesa di fronte agli avvenimenti. Essi spesso ritengono impossibile dare battaglia, perché questa non può essere vinta immediatamente. Ciò è sbagliato: talvolta, e oggi è così, la battaglia va data, nelle forme opportune, per convincere nuove forze ed allargare il fronte, ed in ciò consistono molte delle vittorie della "opposizione di sinistra." Altri temono di porsi sul terreno del "frazionismo", dimenticando che i frazionisti peggiori, nel movimento operaio, sono sempre stati e rimangono i burocrati di destra, ai quali va opposta un'azione organizzata se non vuol essere velleitaria e inutile. Altri ancora così ragionano per calcolo personale. Occorre conquistare gli attesisti ad una linea di lotta, nelle forme concrete in cui essa si può svolgere, anche tenendo conto del livello cui essi eventualmente operano nelle organizzazioni.

La battaglia, ovviamente, non si riduce alla dimensione interna al movimento operaio e sindacale. Anche allo scopo di evitare facili e interessate polemiche va detto che un militante operaio di sinistra non è tale, ma è un piccolo borghese estremista, un parolaio frustrato, se non accompagna alla sua critica alla linea dei dirigenti attuali del movimento operaio un'azione decisa, inflessibile e continua, nella fabbrica, sul luogo di lavoro, contro l'avversario di classe, nelle lotte sindacali e nella difesa quotidiana dei lavoratori dalla pressione e dall'iniziativa del capitale. Solamente in quest'azione il militante acquisisce prestigio in rapporto ai suoi compagni di lavoro, viene ad occupare una posizione nell'organizzazione sindacale tale che ben difficilmente il burocrate incallito potrà smantellare, può condurre con cognizione di causa e con piena legittimità la sua polemica contro gli opportunisti nel movimento operaio.

In più, spetta al militante avanzato operare, nella fabbrica e nell'organizzazione sindacale, perché le lotte concrete contro il padrone in cui è impegnato diano luogo ad esperienze che maturino politicamente i lavoratori e si ripercuotano nel sindacato con un effetto di conquista di coscienze ad una linea più corretta, di sinistra; tale azione è spesso più efficace di qualsiasi discorso. In tal senso, all'avanguardia nelle attuali e prossime lotte contrattuali o integrative, laddove operano in concreto, dovranno porsi i militanti di indirizzo critico nei confronti della linea attuale della Confederazione.

Nella situazione politico-sindacale di oggi, gli autori di questa "lettera aperta" indicano, infine, nella lotta contro l'accordo quadro, all'interno e fuori della CGIL, uno dei problemi cruciali, suscettibile di frenare l'involuzione della politica della Confederazione e di affrettare il momento in cui prevarranno, nel movimento operaio italiano, nuovi orientamenti classisti e rivoluzionari. Lotta contro l'accordo quadro non è solo lotta contro la firma di esso da parte dei dirigenti della Confederazione; è anche, e soprattutto, lotta contro la politica che presuppone l'accordo quadro, cioè contro l'accettazione della politica di contenimento rivendicativo e di ingabbiamento dell'azione operaia, da parte dei dirigenti della Confederazione e dei grandi sindacati di categoria. In tal senso, essa è una lotta attuale da almeno due anni, e si è gravemente in ritardo nello svilupparla in ampiezza: la politica di collaborazione di classe ha provocato guasti terribili in molte lotte contrattuali.

Nella lotta contro l'accordo quadro, contro le piattaforme rivendicative arretrate, contro l'ingabbiamento e la frantumazione delle mobilitazioni del proletariato, contro la politica dei redditi, contro la liquidazione delle Commissioni Interne, si trascinino senza paura i più vasti strati di militanti e di lavoratori! Alla lotta per l'unificazione classista delle forze sindacali, per il rilancio della lotta di classe in Italia, contro ogni compromesso riformista! Alla lotta perché anche in Italia si avvii il processo che condurrà il proletariato alla conquista del potere!