Contro la corruzione, contro presunti colpi di stato e contro misure economiche "lacrime e sangue", le piazze si riempiono di rabbia e di odio verso il potere costituito.
Dopo le manifestazioni oceaniche in Perù, le più partecipate da vent'anni a questa parte, dirette contro la classe politica e oggetto di una dura repressione da parte della polizia (almeno due i manifestanti uccisi e centinaia i feriti), è arrivato il turno del Guatemala. Nel paese sabato scorso sono scese per le strade di molte città migliaia di persone, incollerite per una legge finanziaria favorevole alle grandi imprese e penalizzante nei confronti delle classi sociali più povere (il 20% della popolazione detiene oltre il 50% dei consumi totali, e più del 20% vive in condizioni di estrema povertà). Nella capitale, Città del Guatemala, i manifestanti si sono diretti verso l'edificio sede del Congresso, che è stato dato alle fiamme.