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Parlamento in fiamme a Città del GuatemaleContro la corruzione, contro presunti colpi di stato e contro misure economiche "lacrime e sangue", le piazze si riempiono di rabbia e di odio verso il potere costituito.

Dopo le manifestazioni oceaniche in Perù, le più partecipate da vent'anni a questa parte, dirette contro la classe politica e oggetto di una dura repressione da parte della polizia (almeno due i manifestanti uccisi e centinaia i feriti), è arrivato il turno del Guatemala. Nel paese sabato scorso sono scese per le strade di molte città migliaia di persone, incollerite per una legge finanziaria favorevole alle grandi imprese e penalizzante nei confronti delle classi sociali più povere (il 20% della popolazione detiene oltre il 50% dei consumi totali, e più del 20% vive in condizioni di estrema povertà). Nella capitale, Città del Guatemala, i manifestanti si sono diretti verso l'edificio sede del Congresso, che è stato dato alle fiamme.

La Chiesa, a parole, si è schierata dalla parte delle proteste, tentando di cavalcare il malcontento e di gestire la crescente tensione sociale. Mons. Rodolfo Valenzuela Núñez, vicepresidente della Conferenza episcopale guatemalteca, ha dichiarato che quella firmata "è una legge di Bilancio molto ingiusta, che privilegia i finanziamenti al dipartimento d'informazione dello Stato" a scapito dell'istruzione e della sanità pubblica, riducendo anche i fondi dedicati alle cure dei malati Covid.

Le motivazioni contingenti che fanno scoppiare le rivolte, in Cile, in Colombia, in Perù o in Guatemala, sono diverse, ma c'è un elemento che le accomuna, ed è la miseria crescente, che colpisce tutto il continente sudamericano (e non solo), ed è aggravata dalla pandemia in corso. Nel caso del Guatemala si aggiungono gli effetti dei recenti uragani Eta e Iota, che hanno provocato morti, feriti e danni ingenti all'economia centroamericana.

Tutto è cominciato qualche anno fa con gli indignados spagnoli, che circondarono il parlamento con catene umane; poi i manifestanti serbi e greci, in più di un'occasione, lo hanno assaltato; ad Hong Kong, l'anno scorso, è stato occupato e vandalizzato; infine, i guatemaltechi lo hanno incendiato.

A questo punto viene naturale chiedersi quale potrebbe essere il passo successivo e dove avverrà.