Scoppiettante inizio d'anno per Deliveroo. Dopo un 2017 che si è concluso con un totale di 39 scioperi in 20 città e 7 paesi diversi, e con alcuni tentativi di coordinamento tra gli scioperanti a livello europeo (vedi Assemblea: mobilitarsi al tempo della "gig economy" a Torino), anche il 2018, per l'azienda leader del settore del food delivery, si apre a suon di proteste e mobilitazioni.
Olanda
Il primo sciopero dell'anno è stato in Olanda. Il 1 gennaio i corrieri hanno incrociato le braccia e si sono radunati nella centrale piazza Grote Markt ad Haarlem, ma blocchi del servizio si sono verificati anche ad Utrecht ed Amsterdam. Sul sito di @Deliveroo_NL verso mezzogiorno campeggiava questo avviso: "Nous reviendrons! Nous sommes très occupés, donc nous ne pouvons pas prendre de commandes dans votre région pour le moment. S'il vous plaît revenez dans quelques minutes."
I rider olandesi chiedono l'abolizione dello status di falsi autonomi a cui vuole costringerli l'azienda e il rinnovo dei contratti che scadranno il 1° febbraio. Uno scioperante ha dichiarato alla stampa che "il modello freelance a cui Deliveroo ci sta costringendo è insostenibile".
Deliveroo vuole sostituire la retribuzione fissa oraria con un compenso a consegna (leggi cottimo), che per i lavoratori significa non solo rischiare di percepire meno del salario minimo, ma anche di perdere tutte le tutele che hanno in quanto dipendenti. I corrieri hanno promesso che le azioni di sciopero continueranno se non arriveranno segnali positivi dalla controparte.
Belgio
Circa una settimana dopo la protesta si è spostata in Belgio dove l'8 gennaio scorso, verso le 19.30, circa cinquanta fattorini di Deliveroo, guidati dal "Collectif des coursier-e-s Belgique", hanno fatto sentire la loro voce nel quartiere Châtelain a Ixelles, nel centro di Bruxelles. I corrieri si sono radunati davanti ai ristoranti che usano i servizi dell'azienda e hanno chiesto ai ristoratori di disconnettersi dalla piattaforma per sostenere il loro sciopero. Poi si sono collegati all'applicazione che utilizzano per ricevere gli ordini ma si sono rifiutati di eseguire le comande. Il sito di Deliveroo indicava che i servizi non erano disponibili nel quartiere e sono stati molti i clienti costretti ad uscire di casa per procurarsi qualcosa da mangiare.
L'azienda ha programmato per il 31 gennaio prossimo l'obbligo per tutti i fattorini di registrarsi come lavoratori autonomi. Da quella data non sarà più possibile passare attraverso Smart, una cooperativa con 90 mila soci che garantiva, tra l'altro, la compensazione oraria, l'assicurazione in caso di incidente sul lavoro, il risarcimento parziale dei costi telefonici e la riparazione della bici. I corrieri temono che questo cambiamento comporterà un calo del 30-40% dello stipendio. Uno di loro ha dichiarato alla stampa che andranno avanti fino alla vittoria, perché il contratto di lavoro è un argomento non negoziabile; i rider vogliono poter decidere se essere "autonomi" o stipendiati e, tramite la loro pagina Facebook, fanno sapere che se le loro richieste non saranno accettate torneranno ad incrociare le braccia.
In seguito allo sciopero la direzione di @Deliveroo_Be si è scusata con i clienti per l'interruzione del regolare servizio di consegna, ricordando che il collettivo che ha animato la protesta riunisce non più di 200 fattorini e non rappresenta i 2.000 corrieri belgi. Sarà anche vero, intanto per oggi sono previste mobilitazioni contro Deliveroo a Bruxelles (Operation ZERO Commandes), Liegi, Mechelen, Anversa, Utrecht, Gand e Amsterdam, con il supporto di alcuni sindacati tra cui l'olandese FNV.
TROUBLES Deliveroo 2017
— Jérôme PIMOT (@Eldjai) 29 dicembre 2017
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