Logo Chicago86

Proteste in Messico - novembre 2025L'uccisione di un sindaco "anti-criminalità" è la scintilla che fa deflagrare il disagio sociale

Dopo Indonesia, Nepal, Filippine, Perù, Ecuador, Madagascar, Marocco, Timor Est e Paraguay, anche il Messico si aggiunge alla lista in continua espansione dei paesi dove soprattutto i giovani ne hanno abbastanza del presente.

Dopo l'assassinio il 1° novembre scorso del sindaco di Uruapan (Stato di Michoacán) Carlos Manzo, critico nei confronti del governo sulla lotta al narcotraffico, le proteste hanno iniziato ad espandersi nel resto del paese con marce e assalti ad edifici governativi. Il vento della protesta è arrivato il 15 novembre davanti al palazzo presidenziale, che affaccia sullo Zocalo, la storica piazza principale di Città del Messico, con la polizia che ha risposto con gas lacrimogeni. Il bilancio provvisorio degli scontri è di 120 feriti, tra cui un centinaio di agenti, e una settantina di arresti.

Il governo di Claudia Sheinbaum accusa l'opposizione di destra di strumentalizzare le proteste e di fare il gioco dei "gringos". I manifestanti chiedono interventi contro la criminalità organizzata e la corruzione, opportunità di lavoro e istruzione per i giovani, trasparenza nell'uso delle risorse pubbliche, ma la mobilitazione ha mostrato che la società messicana sta raggiungendo un punto critico.

Sono varie le componenti sociali in agitazione: il 13 novembre si sono verificati scontri tra polizia e docenti durante la marcia organizzata dal Coordinamento nazionale degli operatori dell'istruzione (CNTE). Centinaia di insegnanti hanno marciato nel centro storico della capitale messicana durante lo sciopero nazionale di 48 ore per chiedere maggiori finanziamenti per l'istruzione, migliorare le condizioni nelle scuole rurali e abrogare la riforma dell'istruzione e la legge ISSSTE approvata dall'ex presidente Felipe Calderón nel 2007, che ha privatizzato parte del sistema pensionistico.

Lo 0,2% dei messicani possiede il 60% della ricchezza del paese, mentre 38,5 milioni di persone vivono in miseria assoluta. I flussi migratori verso gli USA sono di nuovo in aumento, mentre il 60% dei giovani occupati lavora senza un contratto stabile, senza accesso all'assicurazione sanitaria pubblica (IMSS), senza contributi pensionistici e senza protezioni sociali di base.

Come nel caso dei "neet" occidentali e dei "tang-ping" cinesi, molti giovani messicani evitano il lavoro e la scuola, preferendo giocare online e chattare tramite app come Discord, al pari dei coetanei di altri paesi.

Dallo svago alla contestazione, i manifestanti nel mondo, collegati tra loro da pochissimi passaggi, prendono spunto gli uni dagli altri, per cui le proteste mostrano molti aspetti somiglianti, dall'impiego di particolari social network all'uso di determinati simboli. C'è chi - in vena di complottismo - sostiene che le rivolte della "Generazione Z" sono tentativi di "rivoluzione colorata" che la CIA sta portando avanti in tutto il mondo. Ma il disagio sociale non lo si può creare, al massimo lo si può cavalcare.