Dai primi giorni di dicembre migliaia di agricoltori e pescatori greci hanno lanciato una decisa protesta per chiedere l'erogazione dei finanziamenti europei collegati al settore agricolo ed ittico. Da giugno, l'Unione Europea ha congelato i finanziamenti per tutti i "lavoratori" del settore agricolo ed ittico, per via di una frode milionaria da parte di alcuni agricoltori greci in cui sono stati coinvolti anche due ex ministri dell'agricoltura del partito dell'attuale governo ed una serie di funzionari statali.
Usiamo tra virgolette la definizione "lavoratori" perché che si tratta perlopiù di mezze classi che fibrillano ogni qual volta il meccanismo statale di redistribuzione dei sussidi si inceppa. Tutta la produzione agricola è, almeno dagli anni '60, mantenuta da forme di sussidi e finanziamenti pubblici ed è considerata una sorta di "servizio nazionale all'alimentazione". Poiché l'umanità, compresa la crescente massa della sovrappopolazione relativa mondiale che non produce nulla, deve comunque cibarsi, e poiché i maggiori paesi non possono rinunciare per ragioni strategiche alla loro "sovranità alimentare", ecco che tutta la società mantiene gli addetti al "servizio del cibo" così come mantiene i vigili del fuoco, i professori, i poliziotti, i soldati. Eppure non siamo indifferenti rispetto a questo tipo di fenomeni che dimostrano come le varie componenti sociali, nel disperato tentativo di conservare quanto raggiunto, siano obbligate a scendere sul terreno della lotta.
Continuano le riforme per favorire l'estrazione di plusvalore, tra aumento della giornata lavorativa, flessibilità su orari e contratti, straordinari imposti e frammentazione delle ferie.
Il governo greco guidato dal partito "Nuova Democrazia" ha scatenato un'ondata di proteste nazionali con l'approvazione di una nuova riforma. Al centro delle critiche vi è la possibilità per i datori di lavoro di estendere l'orario lavorativo giornaliero fino a 13 ore, formalizzando legislativamente una realtà che per molti lavoratori greci, tra bassi salari e doppie occupazioni è già quotidiana.
Από τον αγώνα δρόμου στον δρόμο του αγώνα.
Δεν θα αλλάξουμε επάγγελμα, θα αλλάξουμε το επάγγελμα
Dalla competizione in strada alla strada per la lotta
Non cambieremo lavoro, cambieremo IL lavoro!
Durante lo sciopero dello scorso 22 settembre, i e le riders di Atene, si sono presentati/e agli uffici dell'azienda e-food chiedendo di abolire il passaggio ad un contratto da freelancer, collaboratori autonomi. In risposta al silenzio dell'azienda è stato lanciato uno sciopero di 24 ore per la giornata di ieri, venerdì 24 settembre.
Il 15 settembre scorso Efood, una delle principali compagnie di food delivery in Grecia, ha mandato un messaggio ricattatorio ai lavoratori e le lavoratrici in cui veniva imposto il passaggio ad un contratto da collaboratore autonomo (freelancer), pena la perdita del lavoro... una musica già sentita in giro per il mondo ma che in Grecia suona per la prima volta...
Se prima dell'estate il governo greco ha potuto varare in piena emergenza covid una legge che aumenta lo strapotere delle aziende ai danni dei lavoratori, adesso sono le aziende stesse a prendere coraggio per inseguire le loro gemelle europee sul terreno dell'erosione delle tutele e dei diritti.
Il food delivery sta diventando un grosso business anche in Grecia, e anche lì i lavoratori cominciano a ribellarsi alle pessime condizioni di lavoro incrociando le braccia e prendendosi le strade. Da Parigi a Torino, da Manchester ad Atene, l'autorganizzazione fa la differenza.
Lo scorso 11 aprile la Driver Workers' Informal Assembly (#SVEOD), l'assemblea dei corrieri greci, ha organizzato uno sciopero nazionale di 24 ore per rivendicare migliori condizioni di lavoro. Un rumoroso corteo su due ruote ha attraversato le vie di Atene e si è diretto verso il Parlamento.
Il parlamento greco ha votato ieri sera la riforma delle pensioni e l'aumento delle tasse imposti dai creditori internazionali e accettata da Siryza. Fuori scontri tra polizia e manifestanti ad Atene.
Molotov da una parte, lacrimogeni dall'altra. Migliaia di persone sono scese in piazza sia nella capitale che a Salonicco ieri su chiamata di diverse organizzazioni di sinistra, in particolare il sindacato comunista Pame. Ci racconta delle proteste il nostro corrispondente da Atene, Achille. Ascolta o scarica
Dentro il palazzo Tsipras ottiene la maggioranza per tre voti: 153 a favore su 300 per un pacchetto di misure e tagli da 5,4 miliardi: aumento delle tasse dirette e indirette per circa 3,6 miliardi: l'Iva sale dal 23 al 24%, la soglia di reddito senza tasse scende a 9.091 euro.
I greci tornano in piazza per il primo sciopero generale unitario del 2016, il terzo da novembre, indetto da tutti i sindacati greci.
Il Paese è stato completamente paralizzato, fermi tutti i settori, pubblici e privati, tranne i giornalisti che hanno scioperato ieri per 24 ore per poter dare copertura alle manifestazioni di oggi.
In cima alle proteste le pensioni: il governo di Tsipras sta cercando di far passare una riforma, ordinata dall'Ue, che porterà da una parte il taglio dal 15 al 30% delle pensioni, con un massimale fissato a 2300 euro (384 euro la minima), dall'altra un aumento dei contributi da versare (+1% per i datori lavoro, +0,5% lavoratori).
Sciopero generale in Grecia e scontri con la polizia ad Atene durante una delle due manifestazioni contro la nuova ondata di austerità imposta dalla troika e accettata dal governo Siryza-Anel. Indetto dai principali sindacati del settore pubblico e privato (ADEDY e GSEE) in particolare contro con gli aumenti delle tasse, i tagli alle pensioni e il rischio di abrogare la legge che permette a coloro che hanno dei debiti verso lo stato di ripagarli in rate mensili.
Ventiquattro ore di stop totale. Così la Grecia si prepara a rispondere al piano di austerity voluto da governo e Ue. Lo sciopero, proclamato da Gsee (lavoratori del settore privato), Adedy (dipendenti pubblici) e Pame (vicino al Partico Comunista greco), bloccherà il Paese: i tribunali, le banche e le sedi locali dell’amministrazione rimarranno chiusi, così come le scuole e gli ospedali, che rischiano la paralisi. I traghetti e le navi rimarranno nei porti, rendendo impossibili i collegamenti con le isole.
Ad Atene sono previste due manifestazioni, con corteo di protesta fino a piazza Syntagma, davanti al Parlamento. "Quello che succede – ha dichiarato il presidente della Gsee, Giannis Panagopoulos – non è una trattativa ma la cronaca di una morte preannunciata, un ricatto sociale crudele perché un intero popolo viene comunque minacciato di povertà".
di Argiris Panagopoulos (il manifesto)
Grecia. Ma contro la troika Ue la società non si dà ancora per vinta. Disoccupazione al 30% nel 2012: i senza lavoro saranno di più degli occupati
La ribellione di un movimento eterogeneo di funzionari, studenti, pensionati, lavoratori del settore privato e tassisti ha registrato una piccola vittoria psicologica ad Atene costringendo alla ritirata i rappresentanti della troika europea, che hanno abbandonato da due giorni la sede dell'assediato e occupato ministero delle finanze, in piazza Syntagma, per riunirsi con i ministri e funzionari del governo Papandreou in un posto più sicuro.
Atene vive questi giorni una vera rivolta di quasi tutte le categorie ed età contro la nuova raffica di tagli e l'ulteriore giro di vite nell'amministrazione pubblica. La gente protesta e assedia i ministeri, funzionari e studenti occupano. Più di 600 scuole sono già occupate, come tanti istituti professionali e facoltà. Il tempo per le iscrizioni è stato allungato. Come quello per pagare le nuove tasse. Gli scioperi e gli effetti del licenziamento del personale con contratto a termine ha paralizzato le officine del fisco.