Dai primi giorni di dicembre migliaia di agricoltori e pescatori greci hanno lanciato una decisa protesta per chiedere l'erogazione dei finanziamenti europei collegati al settore agricolo ed ittico. Da giugno, l'Unione Europea ha congelato i finanziamenti per tutti i "lavoratori" del settore agricolo ed ittico, per via di una frode milionaria da parte di alcuni agricoltori greci in cui sono stati coinvolti anche due ex ministri dell'agricoltura del partito dell'attuale governo ed una serie di funzionari statali.
Usiamo tra virgolette la definizione "lavoratori" perché che si tratta perlopiù di mezze classi che fibrillano ogni qual volta il meccanismo statale di redistribuzione dei sussidi si inceppa. Tutta la produzione agricola è, almeno dagli anni '60, mantenuta da forme di sussidi e finanziamenti pubblici ed è considerata una sorta di "servizio nazionale all'alimentazione". Poiché l'umanità, compresa la crescente massa della sovrappopolazione relativa mondiale che non produce nulla, deve comunque cibarsi, e poiché i maggiori paesi non possono rinunciare per ragioni strategiche alla loro "sovranità alimentare", ecco che tutta la società mantiene gli addetti al "servizio del cibo" così come mantiene i vigili del fuoco, i professori, i poliziotti, i soldati. Eppure non siamo indifferenti rispetto a questo tipo di fenomeni che dimostrano come le varie componenti sociali, nel disperato tentativo di conservare quanto raggiunto, siano obbligate a scendere sul terreno della lotta.
Ad aggravare la già complicata situazione greca, si è aggiunta un'epidemia di vaiolo ovino-caprino che ha colpito centinaia di migliaia di capi. Finora sono stati abbattuti 400 mila animali, circa il 5% della popolazione presente negli allevamenti. Il governo greco si è opposto alla richiesta degli agricoltori di vaccinare la popolazione animale perché teme che questa malattia finisca per essere classificata come endemica nel Paese. Una simile classificazione potrebbe comportare forti restrizioni sull'esportazione di latte e altri prodotti caseari, che rappresentano il 15% dell'economia della Grecia.
Gli allevatori attaccano il governo sulle responsabilità, lo accusano di essersi mosso troppo lentamente, nominando una commissione di esperti solo a ottobre 2025 (il primo caso di vaiolo era stato registrato ad agosto 2024), quindi 14 mesi dopo il primo caso. A dicembre le contraddizioni sono diventate tali e tante da far esplodere la rabbia di agricoltori ed allevatori che hanno dato il via all'organizzazione di blocchi stradali sincronizzati in tutta la Grecia continentale, blocchi portuali (Volos e Mitilene) ed aeroportuali (due aeroporti di Creta), assalti ai blindati della polizia in tenuta antisommossa (soprattutto sull'isola di Creta).
Allo stesso tempo agricoltori, allevatori, pescatori hanno mantenuto i blocchi di trattori in tutti i posti doganali di confine e li hanno moltiplicati sulle principali arterie stradali raggiungendo quasi 70 presidi, permanenti o frequentemente ripetuti (qui la mappa aggiornata con tutti i blocchi attivi). Si tratta di manifestazioni che hanno attinenza con quelle dei "trattori" in corso in Francia contro l'accordo di libero scambio UE-Mercosur e contro la gestione da parte del governo dell'epidemia di dermatite nodulare contagiosa che ha colpito i bovini.
La procura suprema nominata dal governo ha invitato le forze dell'ordine ad agire "d'ufficio" contro le mobilitazioni degli agricoltori, quindi senza attendere denunce formali. Ciò è motivato dal tentativo di isolare le proteste degli agricoltori, insistendo sui disagi nella vita quotidiana collegati alle proteste; eppure si è avuta grande solidarietà da parte dei principali sindacati dei lavoratori di altri settori e di altre organizzazioni (come l'associazione dei familiari delle vittime formatasi dopo l'incidente dei treni a Tebi, incidente che aveva mobilitato cinque milioni di persone in tutta la Grecia nell'ultima grande manifestazione dello scorso febbraio). Il blocco del porto di Salonicco è avvenuto in coordinamento con i sindacati dei lavoratori urbani, mentre scioperi di solidarietà sono stati organizzati a Lesbo e Karditsa, oltre che a Larissa, dove si trova un'importante industria ortofrutticola. La federazione sindacale dei dipendenti del settore pubblico ADEDY ha lanciato il 16 dicembre uno sciopero nazionale di 24 ore, sia in risposta all'approvazione della legge di bilancio in Parlamento che per dimostrare il proprio sostegno alle mobilitazioni degli agricoltori.
Le proteste greche sono già descritte dai media come le più grandi degli ultimi trent'anni. Le mezze classi impoverite, schiacciate tra le due grandi classi della società, il proletariato e la borghesia, sono le prime a muoversi, soprattutto in una situazione di grave crisi economica come quella in atto.







