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Starbucks-#nocontractnocoffeeLavoratori stressati e frustrati da ritmi frenetici e bassi salari incrociano le braccia a tempo indeterminato, tra reti, social e hashtag

Dai primi mille lavoratori in sessantacinque negozi di quaranta città, il blocco delle macchine del caffè ha coinvolto decine di altri punti vendita di Starbucks, dall'Atlantico alla California, diventando lo sciopero più lungo nella storia dell'azienda, a quattro anni dalla sindacalizzazione dei primi baristi a New York.

Una settimana dopo il tradizionale Red Cup Day del 13 novembre scorso - il giorno più redditizio per l'azienda e proprio per questo scelto dai baristi come data per iniziare le proteste - lo sciopero si è esteso a sessantacinque città, novantacinque punti vendita e duemila lavoratori. Inoltre centinaia di persone hanno bloccato il più grande centro di distribuzione Starbucks del paese, impedendo le consegne ai negozi in tutto il nord-est degli Stati Uniti.

La catena di caffetterie più famosa al mondo ha prima annunciato nuovi record di vendite, poi ha negato l'impatto degli scioperi sull'attività complessiva dell'azienda. I media mainstream riportano che l'amministratore delegato Brian Niccol ha guadagnato oltre novanta milioni di dollari dopo quattro mesi di lavoro; il Washington Post, di proprietà di Jeff Bezos, ha pubblicato un articolo intitolato "Starbucks CEO deserves his big paycheck" ("Il CEO di Starbucks merita il suo grande stipendio"). L'1% giustifica il proprio potere e i propri privilegi.

Il sindacato Starbucks Workers United (@SBWorkersUnited) ha dichiarato che i lavoratori e i membri dei sindacati in Inghilterra, Scozia, Australia, Brasile, Canada, Italia, Paesi Bassi, Germania, Svizzera e Turchia si stanno mobilitando a sostegno dello sciopero dei colleghi statunitensi. Ad oggi afferma che tremila baristi di oltre centoquarantacinque punti vendita in oltre centocinque città sono in sciopero. Docici lavoratori sono stati arrestati per un picchetto davanti all'Empire State Building, a New York. Molta la solidarietà in rete e da parte di altre categorie di lavoratori, ad esempio i Teamsters, intorno alla mobilitazione #NoContractNoCoffee.

Anche questa volta, come negli scioperi passati, i lavoratori di Starbucks hanno usato Discord per coordinarsi e TikTok per rendere virali la protesta.