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4° sciopero globale dei riderIn questa situazione di estrema precarietà, è sempre più chiaro che solo la lotta autorganizzata dei lavoratori a livello internazionale può fare la differenza, nel settore delle consegne a domicilio come altrove.

L'8 ottobre è stata una giornata di lotta internazionale contro i giganti del food delivery. La pandemia ha fatto crescere i profitti delle aziende durante i periodi di lockdown, mentre i rider sono stati costretti a lavorare per pochi spiccioli mettendo a rischio la loro salute (come nei magazzini di Amazon negli Stati Uniti dove 19.816 lavoratori hanno contratto il Covid-19).

Lo sciopero globale di giovedì è il quarto in ordine di tempo. L'adesione alla protesta è stata notevole e ha portato al blocco delle consegne e a numerosi cortei su due ruote in Asia, Sudamerica e Europa, dove ci sono stati concentramenti di piazza nelle città di Atene, Valencia, Vienna, Firenze, Milano, Bologna e Torino. Negli striscioni e nei cartelli dei fattorini riferimenti allo sfruttamento, alla precarietà e alla solidarietà internazionale.

In Italia, i rider hanno incrociato le braccia contro il nuovo contratto nazionale firmato da Assodelivery e UGL; e perché una grande piattaforma del food delivery, Deliveroo, ha annunciato l'introduzione del free login, e cioè la possibilità per ogni lavoratore di connettersi all'applicazione per ricevere gli ordini in ogni momento della giornata. Questo sistema di accesso porterà ad un esubero di forza lavoro non retribuita, togliendo quelle poche garanzie in essere e aprendo la porta alla guerra di tutti contro tutti per accaparrarsi qualche consegna in più. Insomma, al mercato del lavoro selvaggio è d'obbligo rispondere con una lotta altrettanto selvaggia!

Di seguito riproduciamo un post pubblicato l'8 ottobre sulla pagina Facebook di "Deliverance Project" (Torino):

Siamo in piazza Santa Rita a scioperare e protestare contro CCNL e il primo contratto arrivato, cioè quello di Deliveroo.
Proprio sul contratto di Deliveroo, ecco il contributo scritto da un collega:

E infine è diventato un non lavoro.
Evidentemente non bastava sfruttare i lavoratori, controllarli e decidere per loro continuando a chiamarli autonomi, bisogna fare sì che siano loro stessi a "sfruttarsi" a "combattere e competere" per quei pochi ordini della settimana e poi a correre tutto il giorno durante i weekend quando gli ordini aumentano un po', ma sarai super flessibile, sarai tu a decidere (mica è una necessità lavorare no?) di lavorare 12 ore al giorno nella speranza di guadagnare 50€, sarai tu a connetterti al mattino e a sloggarti a mezzanotte con ancora meno certezze su quanto avrai guadagnato a fine mese, poiché non sarà più un lavoro, sarà la tua vita, in continua attesa e in competizione con gli altri 100/200/1000 rider che come te in quel momento sono online e sperano in un ordine che chissà quando e se arriverà.
È questo il free login introdotto da Deliveroo e già al momento utilizzato da Uber eats, la completa trasformazione del tempo di vita in tempo di lavoro (non retribuito naturalmente) l'annullamento del valore del tempo dei rider, che saranno così flessibili da potersi connettere in qualsiasi momento e lavorare per 12 ore consecutive dopo le quali bisogna fare almeno 6 ore di pausa prima di ripartire con altre 12 ore (questi le condizioni di Uber al momento), ma venire pagati solo mentre hanno un ordine sulle spalle con un compenso stabilito su calcoli dell'azienda che rapportano 60 min a 11€, assolutamente l'opposto dei 10€ l'ora sbandierati inizialmente.

Dichiarazione internazionale. 8 ottobre. Quarto sciopero internazionale dei riders