Nella giornata del Black Friday (#BlackFriday2018), lo scorso 23 novembre, migliaia di lavoratori di diverse filiali europee di Amazon hanno scioperato contro le condizioni bestiali di sfruttamento applicate dal colosso mondiale dell'e-commerce.
Non è la prima volta che i lavoratori di Amazon incrociano le braccia. Qualche mese fa ha fatto notizia l'importante sciopero al magazzino di San Fernando de Henares, vicino a Madrid, che ha visto la partecipazione dell'80% dei dipendenti e anche di lavoratori di altri centri europei. E sempre in occasione del Black Friday, lo scorso anno le proteste dei lavoratori di Germania, Spagna e Italia hanno causato il blocco di alcuni importanti hub logistici del colosso statunitense.
Secondo UNI Global, la federazione internazionale che unisce i sindacati del settore dei servizi, venerdì scorso 2.500 lavoratori sono scesi in sciopero in tutta Europa; di questi diverse centinaia in Germania, Italia, Inghilterra, Francia, e circa 1500 in Spagna.
Nel Regno Unito le manifestazioni hanno coinvolto cinque magazzini (Milton Keynes, Warrington, Peterborough, Swansea e Rugeley). Su uno degli striscioni esposti dalle decine di lavoratori che sin dal primo mattino si sono radunati davanti al centro di Milton Keynes, campeggiava lo slogan #AmazonWeAreNotRobots ("Amazon noi non siamo robot"). Secondo il sindacato GMB, che ha appoggiato la mobilitazione e ha denunciato le "condizioni inumane" di lavoro condotte da Amazon, negli ultimi tre anni in 14 magazzini del paese sarebbero state chiamate per 600 volte le ambulanze per soccorrere dipendenti infortunati. A questo si aggiungono le continue denunce dei lavoratori stanchi di "non avere il tempo per andare al bagno", mentre "donne in stato di gravidanza sono comunque costrette a lavorare in piedi".
In Germania la mobilitazione ha interessato le strutture di Bad Hersfeld e Rheinberg. Il sindacato Ver.Di ha organizzato uno sciopero di 24 ore, fino alla mezzanotte di venerdì, per chiedere all'azienda migliori salari e condizioni di lavoro decenti. La protesta ha rallentato le consegne in tutta Europa. Dopo gli Stati Uniti, la Germania e il Regno Unito sono rispettivamente il secondo e il terzo più grande mercato per Amazon.
Quello del 23 e 24 novembre (la mobilitazione è durata 24 ore) è stato il terzo sciopero per l'hub spagnolo di San Fernando, il magazzino più importante di Amazon nel paese. Secondo il sindacato CGT l'adesione ha raggiunto il 90% della forza lavoro, mentre i picchetti hanno bloccato l'accesso al centro costringendo i dirigenti a richiedere l'intervento della polizia spagnola per interrompere il sit-in. Da mesi i lavoratori spagnoli chiedono salari più alti e migliori condizioni di lavoro; per tutta risposta Amazon ha modificato i contratti, abbassando le retribuzioni e aumentando i carichi di lavoro, specie in occasione del Black Friday durante il quale sono stati chiesti ulteriori prolungamenti della giornata lavorativa.
In Italia, dopo la mobilitazione dello scorso anno all'hub di Piacenza, si è fatta sentire la Filcams Cgil che sui social network ha espresso la propria solidarietà ai lavoratori in sciopero. Il sito Rassegna.it comunica che la "Filt Cgil del Piemonte ha lanciato una campagna di sensibilizzazione e informazione rivolta agli autisti Amazon, per chiedere il riconoscimento di diritti fondamentali come l'applicazione del contratto nazionale e l'indennità di trasferta". Ha fatto eco la Fist Cisl che ha espresso "piena solidarietà" allo sciopero del Black Friday. La mobilitazione, afferma il sindacato, "è finalizzata ad accendere i riflettori sulle condizioni di lavoro e per chiedere salari più alti anche connessi alla produttività del colosso dell'e-commerce e del web services che nel mondo conta oltre 613mila dipendenti, di cui 83mila circa in Europa e 9mila in Italia". Anche i rider in lotta di Torino hanno mandato un messaggio di solidarietà dalla loro pagina Facebook.
Miles de trabajadorxs de @Amazon en Europa están luchando en el #BlackFriday por las condiciones de trabajo
— AmazonEnLucha #HuelgaAmazon (@AmazonEnLucha) 23 novembre 2018
Hay huelgas en Italia, España, Francia y Alemania
En Italia los gerentes tenían que empacar cajas para satisfacer la demanda
https://t.co/QfNQd1p7L6#BoicotAmazon pic.twitter.com/ehsnvFajN1