Logo Chicago86

minimum_wageDilagano in tutti i settori le proteste sul salario minimo

NEW YORK — Ora la "dieta Weight Watchers" assume un significato diverso. Tra i modi per dimagrire, il più veloce e sicuro è applicato ai dipendenti: stringere la cinghia. Lo rivela la rivolta che sta dilagando tra il personale della più celebre impresa di cibi dimagranti. Centinaia di collaboratrici (sono quasi esclusivamente donne) inondano il sito dell'azienda con le proteste per i salari — è il caso di dirlo — "da fame".

Da un decennio, denunciano le dipendenti, il gruppo Weight Watchers tiene fermo il loro compenso: 18 dollari per ogni riunione organizzata con i potenziali clienti. L'onorario è forfettario e non prevede neppure un rimborso spese per le prime 40 miglia di trasferta di lavoro.

Già due anni fa la Weight Watchers fu trascinata in tribunale in California, e perse la causa con multa da 6 milioni: per avere violato la legislazione locale sul salario minimo, e per avere truffato diverse collaboratrici sul conteggio delle ore lavorate.

Questo avviene mentre il chief executive dell'azienda, David Kirchhoff, elargisce a se stesso un emolumento di circa tre milioni di dollari l'anno. "Non lavoriamo per una ong non-profit, tantomeno per un'associazione filantropica", si legge in una delle proteste delle dipendenti pubblicate sul sito aziendale. Kirchhoff risponde che aumentare i compensi "è una decisione complessa, che richiede attenta considerazione». I salari degli altri, s'intende.

Il caso Weight Watchers conquista la prima pagina del New York Times per le caratteristiche particolari di quest'azienda. Le sue collaboratrici — con uno statuto più simile ai freelance — hanno in media alti livelli d'istruzione, sono animate da una passione "quasi religiosa" dopo avere sperimentato su se stesse i risultati della dieta. E infine sono loro la macchina da guerra che consente di fare proseliti in continuazione, con 50.000 "riunioni di vicinato" all'anno. Il che non impedisce che guadagnino salari miseri (7.600 dollari l'anno per organizzare quattro riunioni ogni settimana, denuncia Tammy Williams in Texas), mentre Weight Watchers "spende milioni di dollari per le sponsorizzazioni di celebrità come Jessica Simpson e Jennifer Hudson".

Ma il caso Weight Watchers è solo uno dei fronti di battaglia che si stanno aprendo. In tutta l'America monta la protesta dei sotto-pagati. Altre manifestazioni hanno preso di mira il colosso della grande distribuzione Wal-Mart, e i re dei fast-food McDonald's, Burger King, Taco Bell, Pizza Hut. Ieri la protesta dei dipendenti della ristorazione e dell'industria alberghiera ha assediato Albany, la capitale dello Stato di New York. Da Manhattan i dipendenti di hotel e fastfood sono andati in corteo sotto la sede del governatore Andrew Cuomo, con una semplice richiesta: che lo Stato di New York si adegui alla proposta lanciata da Barack Obama a livello federale, cioè l'aumento del salario minimo legale. Attualmente la normativa di New York, allineata a quella federale, prevede 7,25 dollari l'ora come minimo legale. Ovvero 14.500 dollari all'anno per una settimana lavorativa di 40 ore e 50 settimane lavorate (due settimane di ferie sono il massimo previsto per queste mansioni e talvolta sono ferie non retribuite). Perfino uno Stato ricco come New York ammette un'eccezione, e questa riguarda in primo luogo proprio hotel e ristoranti. Il datore di lavoro è autorizzato a scendere fino a 5 dollari l'ora in quelle mansioni dov'è prevista una mancia. E' una licenza di sfruttare, legalizzata.

Obama spiegò nel discorso sullo Stato dell'Unione che ai livelli attuali del salario minimo e quindi con 14.500 dollari annui chi deve mantenere una famiglia ed è unico percettore di reddito finisce sotto la soglia della povertà. Le proteste dilagano in coincidenza della ripresa economica, anche perché è in questi lavori sottopagati che ci sono state più assunzioni. Il National Employment Law Project ha calcolato che nella recessione tra il 2008 e il 2010 il 60% dei licenziamenti avvenne nei lavori a salario medio (tra i 14 e i 21 dollari orari) mentre con la ripresa le assunzioni si sono concentrate per il 58% tra i lavori meno pagati, dai 7,69 ai 13,83 dollari l'ora.

[Fonte: Federico Rampini, La Repubblica 27 febbraio 2013]