Martedì 16 novembre è iniziato lo sciopero indefinito indetto dai circa 20mila lavoratori e lavoratrici del settore metallurgico dell'area portuale, la cosiddetta "Baia" di Cadice, nel sud della Spagna.
Al centro dello scontro il mancato rinnovo del contratto, scaduto a dicembre 2020. Per coprire l'inflazione i sindacati chiedono aumenti del 2% quest'anno, del 2,5% per il 2022 e del 3% per il 2023, mentre gli industriali non vogliono andare oltre aumenti compresi tra lo 0,5% e l'1,5%, aumentando inoltre i tempi di lavoro e lo sfruttamento.
Sciopero dei lavoratori Amazon anche in Germania! I lavoratori tedeschi si sono uniti alle proteste degli spagnoli, in sciopero per tre giorni, e ai polacchi, che hanno deciso di non fare ore extra. Le richieste sono: migliori condizioni di lavoro e stipendi più alti.
Lo sciopero coincide con il Prime Day, il giorno dei maxi sconti su Amazon, che si è aperto tra l'altro con problemi tecnici al sito e all'app del colosso.
Appello rivolto dai lavoratori spagnoli di Amazon ai lavoratori di tutta Europa di Amazon per un giorno di sciopero nella seconda settimana di luglio, durante il Prime Day; perché organizzare uno sciopero transnazionale è l'unico modo per impedire alla multinazionale dell'e-commerce di usare la propria rete logistica per mitigare gli effetti dello sciopero. Sul sito Amazon en lucha è possibile trovare l'appello tradotto in diverse lingue (castigliano, inglese, francese, tedesco).
I sindacati spagnoli Ccoo e Ugt hanno definito un "successo totale" lo sciopero di 48 ore iniziato oggi dai lavoratori del centro Amazon di San Fernando de Henares, alla periferia di Madrid, che avrebbe registrato un'adesione del 98%. Il magazzino di oltre 75.000 metri quadrati è il primo che Amazon ha aperto in Spagna e impiega un migliaio di dipendenti "fissi" più svariate centinaia di assunti tramite società di lavoro temporaneo. Si tratta della prima mobilitazione dei lavoratori spagnoli della multinazionale, i quali chiedono miglioramenti nelle condizioni di lavoro (il volume delle attività è troppo alto) e aumenti salariali.
Il direttore generale spagnolo di Deliveroo, come d'altronde i responsabili italiani dell'azienda, parla spesso del lavoro dei rider come di un hobby o di un complemento ad altre entrate economiche, quando è ben noto che per molti lavoratori è il principale mezzo di sopravvivenza. E' per questo che i rider di València chiedono tutto il sostegno possibile per condividere sui social network l'hashtag #NoEsunHobby e così aiutare la loro lotta contro la precarietà lavorativa: "Nos gustaría contar con todo el apoyo que sea posible, tan solo comparte alguna publicación nuestra junto al hashtag #NoEsUnHobby para ayudar a que nuestra lucha contra la precariedad laboral llegue a mucha más gente!"
Il prossimo 27 ottobre a Plaza del Ayuntamento (ore 20.00 - 00.00), a Valencia, si terrà il secondo sciopero cittadino contro Deliveroo. I rider chiedono condizioni di lavoro dignitose e denunciano la condizione di falsi autonomi: "Stop Falsos Autónomos!"
Sciopero di 48 ore per Deliveroo in Spagna. I rider protestano contro le condizioni di lavoro e i licenziamenti.
Lo avevano promesso il 23 giugno scorso durante le manifestazioni davanti alle sedi della società a Madrid e Barcellona: se l'iniziativa non fosse bastata a convincere l'azienda ad accettare le loro richieste, i rider avrebbero continuato la protesta. E così è stato.
Deliveroo è nata a Londra nel 2013 e due anni dopo è sbarcata in Spagna: a Barcellona, Valencia, Madrid e Saragozza. Nel paese sono un migliaio i rider che lavorano per la "food delivery company", di cui 130 solo nel capoluogo della Catalogna.
Ieri una cinquantina di ciclisti e motociclisti di Deliveroo, organizzati nella piattaforma "Riders X Derechos" (che comprende anche lavoratori di altre aziende della "gig-economy"), hanno protestato contro la precarietà del lavoro davanti alla sede della società a Barcellona, attaccando adesivi sui vetri degli uffici, sventolando bandiere e pubblicizzando le ragioni della lotta a giornalisti, passanti e solidali.
Prove di coordinamento operaio in Spagna. A Madrid il 14 luglio si è svolta la "Manifestación por la unificación de las luchas laborales": diverse realtà lavorative in lotta si sono unificate per dare vita ad un numeroso corteo (più di mille persone in marcia) che è sfilato nel pomeriggio per le vie della capitale.
La manifestazione, organizzata dalla neonata piattaforma #UnificandoLasLuchas, è partita da Plaza España e ha visto la partecipazione di collettivi e comitati di lavoratori di Phone House, Futbolmanía, Coca-Cola, Indra, Bankia, Kool-Air, Movistar, Bosal, Panrico y Correos. La strada dell'autorganizzazione è l'unica percorribile oggi: la sfida che si presenta a #UnificandoLasLuchas è stringere legami con altri gruppi di lavoratori, con i precari, i disoccupati e i movimenti di lotta che in questi anni in Spagna e altrove hanno lottato contro il fallimentare sistema dell'1%.
di Timothy Ginty
Maltrattati dalla Movistar e abbandonati dai loro sindacati, i tecnici telefonici prendono la situazione in mano - e occupano la sede della società.
Più di cento anni fa, l’Associazione Internazionale dei Lavoratori - la Prima Internazionale – dette voce a centinaia di milioni di lavoratori indigenti del mondo, quando nel 1866 dichiarò che tutti i lavoratori avrebbero dovuto godere del diritto a otto ore di lavoro, otto ore di riposo e otto ore di svago. Ci sono voluti decenni di contrattazione e anche spargimenti di sangue per raggiungere nella maggior parte dei paesi del mondo questo obiettivo, ottenuto in alcuni settori presso qualche società nella prima metà del XIX secolo mentre la maggioranza dovette attendere fino alla metà del XX secolo per godere di quello che adesso per molti sembra scontato.
Il 15 maggio si celebra a Madrid e in tutta la Spagna il quarto anniversario del movimento #15M. Questo lo slogan del #Mayo2015M: non ci imbavaglieranno, la lotta continua nelle piazze.
Dopo le rivolte arabe del 2011, l'ondata di ribellione è arrivata in Spagna e di lì si è spostata negli Stati Uniti dando vita al movimento Occupy Wall Street. In un presente fatto di guerre, miseria e sfruttamento, l'esempio dell'Acampada di Puerta del Sol continua ad aggirarsi come uno spettro per l'Europa: basta con la vecchia politica fatta di tatticismi, propaganda e parlamentarismo, bisogna incontrarsi nelle piazze, piantare le tende, formare le assemblee permanenti e, attraverso i social media, mettersi in contatto con il resto del mondo.