Da quasi 30 giorni tutta la Francia è in sciopero contro la riforma delle pensioni voluta dal presidente Macron. Il "greve generale", la più lunga mobilitazione dal dopoguerra, ha superato gli scioperi del 1995 (22 giorni) e quelli del 1986-87, durati 28 giorni. La protesta sindacale dei lavoratori ha incrociato la lotta sociale dei Gilets Jaunes e prosegue a oltranza, in vista dello sciopero generale, il primo del 2020 in programma per il prossimo 9 gennaio.
Pubblichiamo di seguito i tre appelli usciti dalla quarta Assemblea delle Assemblee (AdA) dei Gilets Jaunes, tenutasi dall'1 al 3 novembre 2019 a Montpellier, in Francia, pubblicati da Plateforme d'enquêtes militantes e poi tradotti e fatti circolare da alcuni siti italiani. All'AdA hanno partecipato più di 600 persone in rappresentanza di 200 gruppi locali, e l'appuntamento si è concluso con l'esposizione di uno striscione che chiama alla rivoluzione in ogni angolo del mondo (#RevolutionEverywhere). Gli appelli sono scritti con stile e contenuto popolari e questo è normale per un movimento interclassista ("riunire il popolo francese in tutte le sue componenti sociali"), ma sono interessanti sia la solidarietà espressa nei confronti delle rivolte in corso nel mondo, sia l'invito a partecipare allo sciopero generale del 5 dicembre.
Pomeriggio – Ore 17.00
Si è concluso l'enorme corteo parigino che ha attraversato le strade della capitale in occasione dello sciopero generale indetto dalla CGT con la partecipazione di diversi sindacati. In testa erano presenti lavoratori, studenti e Gilet Gialli. Al termine della manifestazione in Place de la Concorde la polizia ha lanciato una fitta pioggia di lacrimogeni e ha caricato i manifestanti. Il collegamento con Benny, compagno di Alessandria, che ha terminato un dottorato di studi a Parigi. Ascolta o scarica l'intervista
Sciopero generale di 24 ore oggi, martedì 5 febbraio, per la CGT. Obiettivo: aumenti dei salari e maggiore giustizia sociale. In piazza anche altri sindacati come Solidaire Sud e Force Ouvrière, oltre a partiti come France Insoumisè, Npa e Pcf, studenti, universitari e… gilet gialli. Si tratta del primo "Martedì dell'emergenza sociale", che la CGT propone di ripetere ogni settimana, in parallelo con il grande dibattito nazionale organizzato dall'esecutivo e dal presidente Macron, che il principale sindacato francese ha già detto di volere boicottare.
È passata una settimana da quando le cose hanno cominciato a muoversi a Deliveroo, in Francia. Sfidando le nuove politiche di tariffazione, i fattorini di tutte le città della Francia si sono riuniti attraverso gruppi di discussione su diverse applicazioni (Facebook, Telegram, ecc.) per organizzare azioni locali e tenere gli altri informati su ciò che viene fatto e su cosa si può fare.
I sindacati dei ferrovieri non vogliono la riforma del settore: in programma fino a giugno altre 34 giornate di agitazione
Seconda giornata di sciopero dei ferrovieri in Francia, un'agitazione che anche oggi sta bloccando 3 treni su 4. Dopo la liberalizzazione del mercato del lavoro la contestata riforma del settore ferroviario è la sfida decisiva del mandato di Emmanuel Macron. Il premier Edouard Philippe ha annunciato ai suoi connazionali che "ci aspettano giornate difficili" nello scontro tra Macron e i sindacati, paragonandolo alla battaglia tra la premier Margaret Thatcher e i minatori britannici negli anni ottanta.
Traffico ferroviario bloccato, voli annullati, scuole chiuse per lo sciopero generale di oggi contro i progetti di privatizzazioni di Macron, "per un servizio pubblico di qualità e per la difesa del loro statuto", secondo le parole d'ordine delle 180 manifestazioni che si sono svolte durante la giornata in tutto il Paese. A Parigi decine di migliaia di persone hanno seguito gli studenti medi che hanno preso la testa del corteo dei lavoratori del trasporto pubblico partito e dei ferrovieri da Garde du Nord per dirigersi verso la Bastiglia. I medi sono stati caricati più volte dalla polizia, con idranti e gas lacrimogeni. Il racconto di Simone, fotoreporter e nostro collaboratore da Parigi. Ascolta o scarica
"Secondo avvertimento". Così la Francia torna in piazza, martedì 12 settembre, contro il presidente Macron e la sua seconda controriforma del lavoro in pochi mesi.
Il nuovo testo riprende di fatto le norme cancellate a seguito delle proteste di piazza della primavera contro la prima Loi Travail.
Dopo aver già allentato i vincoli di licenziabilità per i lavoratori, ora Macron punta a estendere la contrattazione solo aziendale anche alle imprese medio-piccole, con una conseguente riduzione d'importanza dei contratti nazionali, oltre a depotenziare il ruolo delle rappresentanze sindacali, oltre a facilitare il lavoro domenicale e festivo.
Dopo la pausa estiva ripartono oggi, giovedì 15 settembre, le proteste contro la Loi Travail, approvata – senza voto – dal Parlamento transalpino a giugno con il famigerato articolo 49, comma 3, della Costituzione.
Oggi sciopero organizzato da numerosi sindacati, per il ritiro del Jobs Act francese: un'astensione promossa da CGT, FO, FSU, Solidaires, UNEF, UNL, FIDL, nel giorno in cui teoricamente ripartono le scuole, anche se sono molti i licei e gli istituti bloccati dai manifestanti per chiamare alla mobilitazione. Già in mattinata gli studenti hanno protestato con picchetti nelle scuole e cortei.
Di nuovo in piazza la Francia contro la Loi Travail: diverse le manifestazioni nel paese, promosse da alcuni sindacati francesi come Solidaries e la CGT, oltre che collettivi e realtà politiche e sociali per affossare il Jobs Act d’oltralpe. Continuano scioperi e blocchi in diversi settori e in diverse città: a Lille ad esempio barricate erette con copertoni bruciati sulle strade hanno portato all’arresto di 11 persone tra sindacalisti e lavoratori durante lo sgombero del picchetto.
A Parigi questa volta il corteo, organizzato dai sindacati dei lavoratori e studenteschi, è stato autorizzato a sfilare su un percorso più lungo rispetto a quello di giovedì scorso, ma ugualmente blindato dai poliziotti.
Lotta contro la Loi Travail in Francia, con il governo che invece di fare marcia indietro chiede alla Cgt, attraverso il primo ministro Valls, di non organizzare più a Parigi manifestazioni prendendo a pretesto gli scontri di ieri nella capitale. Valls accusa il sindacato e il suo servizio d'ordine di avere un atteggiamento "ambiguo" nei confronti degli scontri di piazza. Nessun passo indietro sulla controriforma del lavoro invece, con il governo che si ostina a non volerla ritirare e nemmeno modificare. Un presagio quindi di un possibile "nulla di fatto" per l’incontro di venerdì previsto con la CGT, che in tutta risposta ha promosso nuove manifestazioni il 23 e il 28 giugno.