La corruzione politica è la scintilla che innesca il malessere sociale, con le reti virtuali di comunicazione tra dimostranti a fare da comburente
Dopo il Nepal e l'Indonesia è arrivato il turno delle Filippine. Decine di migliaia di manifestanti hanno invaso la capitale Manila e le principali città, in seguito allo scandalo di corruzione che avrebbe sottratto miliardi di fondi pubblici destinati ai progetti di controllo delle inondazioni.
I benefici della forte espansione economica delle Filippine ricadono solo sulle classi agiate, creando una polarizzazione sociale ancora più marcata con la classe lavoratrice, testimoniata da cartelli dei manifestanti come "il loro lusso, la nostra miseria". In piazza sono apparse anche le bandiere con teschio e tibie associate al manga One Piece, già visto nelle recenti proteste in Asia ma anche in quelle occidentali.
Le tensioni accumulate hanno trovato una deflagrazione dopo le rivelazioni su migliaia di progetti infrastrutturali inesistenti o di scarsa qualità, finanziati con fondi pubblici ma mai realizzati. Secondo Greenpeace, solo nel 2023 sono stati dirottati oltre 13 miliardi di sterline da programmi legati al clima.
Le accuse, emerse qualche mese fa, coincidono con una stagione monsonica particolarmente violenta che ha aggravato la vulnerabilità di un Paese colpito in media da 20 cicloni tropicali all’anno.
Domenica 21 settembre, circa 50.000 persone si sono radunate in un parco di Manila e migliaia hanno marciato lungo la via simbolo del Paese, nei pressi del palazzo presidenziale, dove gruppi di manifestanti mascherati hanno lanciato pietre e bottiglie incendiarie contro gli agenti, eretto barricate e danneggiato edifici del "potere". La polizia ha risposto con gas lacrimogeni e centinaia di arresti: secondo fonti ufficiali, 224 persone sono state fermate, inclusi minorenni, mentre almeno 131 agenti sono rimasti feriti, alcuni in condizioni gravi.
Sembra che le proteste siano momentaneamente sospese, a seguito dell’arrivo della più forte tempesta che si è verificata quest’anno sul pianeta.
Le autorità hanno imposto il coprifuoco per i minori e la chiusura temporanea delle scuole nella capitale. Come nelle sommosse in altre parti del mondo, i social network hanno svolto un ruolo cruciale sia nella diffusione della rabbia sia nell’organizzazione delle mobilitazioni.








