Migliaia di indonesiani scesi in piazza per protestare contro tasse, tagli e privilegi ai politici, danno fuoco a edifici governativi, parlamenti regionali e stazioni di polizia.
Dal 28 agosto l'Indonesia è teatro di violenti scontri tra manifestanti e forze dell'ordine. Le tensioni accumulate in questi anni per le condizioni di miseria crescente hanno superato una prima soglia critica già a febbraio (#IndonesiaGelap), quando l'unione dei sindacati studenteschi ha manifestato nelle principali città del paese contro i tagli all'istruzione e per altre rivendicazioni. Le proteste sono continuate a marzo (#TolakRUUTNI) a causa della revisione di una legge sulle forze armate, che ha introdotto nuove disposizioni permettendo ai militari di ricoprire incarichi civili e di avviare attività imprenditoriali. La riforma ha riacceso vecchie paure legate ai poteri dell'esercito durante la dittatura di Suharto.
A luglio anche le comunità indigene dei Dayak, nel Kalimantan occidentale, hanno protestato contro il programma di trasmigrazione degli indonesiani senza terra dalle aree densamente popolate a quelle meno popolate, un'iniziativa avviata già dal governo coloniale olandese all'inizio del XIX secolo. L'aumento delle tasse sulla proprietà in alcune province ha causato altri scontri all'inizio di agosto, in particolare nella città di Pati, dove si sono registrati 33 feriti. Pochi giorni dopo, durante le celebrazioni per l'ottantesimo anniversario della proclamazione di indipendenza dell'Indonesia, alcuni manifestanti hanno issato al posto della bandiera nazionale il drappo dei pirati di un noto manga giapponese, gesto che le autorità indonesiane hanno definito un atto di sedizione..
Il 25 agosto, nella città di Medan, uno scontro con la polizia ha provocato decine di feriti da entrambe le parti. Due giorni dopo, a Pontianak, quindici manifestanti sono stati arrestati. Ma culmine si è raggiunto il 28 agosto, iniziato con centinaia di arresti e finito con l'uccisione di un rider davanti al palazzo del Parlamento a Giacarta.
I manifestanti chiedevano l'abolizione del bonus mensile di alloggio assegnato ai 580 membri della Camera ma, dopo la morte del rider, hanno avanzato al governo diciassette richieste da attuare entro una settimana e otto da attuare entro un anno.
Le motivazioni ufficiali che hanno fatto scendere migliaia di senza riserve indonesiani in strada sono state le più disparate e molte volte sono sembrate solo un pretesto. Al di là delle rivendicazioni espresse, rimane il fatto che alla base del malcontento ci sono determinazioni materiali: ciò che conta è il contesto generale in cui tali movimenti si inseriscono, e cioè quello della polarizzazione dei redditi.








