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Ventiquattro ore di stop totale. Così la Grecia si prepara a rispondere al piano di austerity voluto da governo e Ue. Lo sciopero, proclamato da Gsee (lavoratori del settore privato), Adedy (dipendenti pubblici) e Pame (vicino al Partico Comunista greco), bloccherà il Paese: i tribunali, le banche e le sedi locali dell’amministrazione rimarranno chiusi, così come le scuole e gli ospedali, che rischiano la paralisi.  I traghetti e le navi rimarranno nei porti, rendendo impossibili i collegamenti con le isole.

Ad Atene sono previste due manifestazioni, con corteo di protesta fino a piazza Syntagma, davanti al Parlamento. "Quello che succede – ha dichiarato il presidente della Gsee, Giannis Panagopoulos – non è una trattativa ma la cronaca di una morte preannunciata, un ricatto sociale crudele perché un intero popolo viene comunque minacciato di povertà".

Ad aumentare l’incertezza sono arrivati, in nottata, i licenziamenti di 15mila dipendenti pubblici, nonché una nuova emissione di titoli a sei mesi per un valore fino a 625 milioni, nella speranza che ci sia qualcuno ancora interessato a comprare buoni del tesoro ellenici.

Mentre la piazza si scalda, oggi pomeriggio il premier Papademos, secondo quanto riferisce il quotidiano greco Ta Nea, dovrebbe incontrare gli altri leader politici del paese per verificare se e quanto consenso c’è intorno al nuovo piano deciso dalla ‘troika’ (Bce, Ue e Fmi) per la concessione di 130 miliardi di euro di aiuti.

[tratto da www.eilmensile.it]