Granarolo. Dai dipendenti comunali 300 euro in buoni pasto per sostenere la lotta dei lavoratori, i lavoratori dei nidi annunciano il boicottaggio dei prodotti dell'azienda, la solidarietà degli scrittori bolognesi.
Un corteo chiassoso e partecipato ha attraversato ieri Bologna dalla parte dei lavoratori della logistica in lotta per diritti e dignità contro Granarolo, Legacoop e i poteri costituiti di Bologna la "rossa". "È finito il tempo della paura, è finito il tempo dei ricatti" hanno scandito le 1.500 persone in corteo. "Se toccano uno, toccano tutti" recitava uno striscione calato dalle scalinate del giardino della Montagnola. Ad aprire la manifestazione un lenzuolo con una scritta in italiano e in arabo: "Per la dignità sciopero fino alla vittoria", firmato dal "Presidio permanente Granarolo".
La "vertenza Granarolo" in Emilia-Romagna ha assunto ormai una rilevanza che va al di là dei confini territoriali. Lo sanno bene i facchini che da 9 mesi non percepiscono il salario, il sindacato "Si Cobas" che li sostiene, i centri sociali e i collettivi universitari che sin dall’inizio hanno appoggiato la mobilitazione, i solidali che boicottano i prodotti Granarolo e Anonymous che ha "attaccato" il sito dell’impresa.
Dopo gli scontri di giovedì 23 gennaio sono tornati a manifestare davanti ai cancelli della Centrale del Latte per chiedere il reintegro dei 51 lavoratori licenziati dalla Sgb, la cooperativa che gestisce i magazzini della Granarolo
Sono stati portati via di peso da polizia e carabinieri in tenuta antisommossa, uno ad uno, i facchini che dopo gli scontri di giovedì 23 gennaio sono tornati a manifestare davanti ai cancelli della Centrale del Latte per chiedere il reintegro dei 51 lavoratori licenziati dalla Sgb, la cooperativa che gestisce i magazzini della Granarolo. In una cinquantina tra facchini, attivisti del Laboratorio Crashe delegati del Si Cobas, alle 11.30, si sono dati appuntamento in via Cadriano per un nuovo picchetto, "andremo avanti a oltranza finché il prefetto – spiega Simone Carpegiani del Cobas – non deciderà di riaprire la trattativa per assumere, come promesso a luglio, i 42 lavoratori lasciati a casa da Sgb a ad oggi ancora disoccupati".
Quasi mille i facchini che hanno partecipato oggi da tutt'Italia alla manifestazione di Bologna indetta dai Cobas per chiedere il reintegro di 51 lavoratori che operano per Granarolo e Cogefin "licenziati perchè scioperavano". I lavoratori, quasi tutti migranti, contestano il mancato rispetto dell'accordo firmato a luglio. L'accordo, firmato a luglio davanti al prefetto di Bologna e ai sindacati confederati Cgil, Cisl e Uil, e che aveva portato alla fine delle agitazioni, prevedeva la ricollocazione di 23 lavoratori entro il 31 ottobre scorso, e a un impegno concreto per altri 28. Sono passati sei mesi, ma solo 9 lavoratori sono stati reintegrati, la metà dei quali con un contratto di soli tre mesi. Degli altri non si è nemmeno discusso. "L'accordo non è stato rispettato, siamo stati presi in giro".
Bologna - Riprende il lavoro all'Interporto di Bologna dopo gli scioperi dei facchini della coop Logima e del consorzio Gli che stamani hanno bloccato i magazzini di Camst e Gsi.
Rimane lo stato di agitazione, che verrà revocato solo con la "completa regolarizzazione della situazione lavorativa e salariale" dei lavoratori. Non sono escluse, quindi, ulteriori iniziative di lotta e scioperi senza preavviso se non arriveranno le risposte "immediate" alle questioni poste da Si Cobas. Che avverte: "I responsabili aziendali non devono in nessun modo perseguire coloro che hanno scioperato o danneggiarli con ritorsioni, pena il blocco del lavoro". Secondo le stime del sindacato ai blocchi di stamani hanno partecipato piu' di 150 lavoratori, compresi quelli impiegati nei magazzini di Ikea, Geodis, Coop Granarolo, Fercam.
Entro il movimento generale che in Italia sta coinvolgendo molti nodi della rete logistica, è piuttosto significativo l'accordo della Granarolo, firmato da uno dei sindacati minori. Il coordinatore nazionale di questo sindacato l'ha presentato così:
"Abbiamo firmato perché costretti, non avremmo potuto sostenere altri picchetti con 51 lavoratori senza stipendio. La nostra cassa di resistenza non può affrontare una lotta del genere […] Per questo abbiamo firmato questo accordo che non ci soddisfa. I picchetti e gli scioperi riprenderanno se a settembre non sarà trovata collocazione a tutti i lavoratori licenziati".
di Annalisa Dall'Oca
Bologna, 400 facchini in sciopero contro la Granarolo: "Basta sfruttamento"
I lavoratori della logistica venuti da tutta Italia hanno manifestato davanti ai cancelli della centrale del latte e con i loro corpi hanno impedito il transito dei camion. Chiedono il reintegro dei 41 licenziati da Sgb e protestano contro il taglio del 35% alla loro busta paga
Si sono seduti a terra davanti ai cancelli della centrale del latte di Bologna e con i loro corpi hanno impedito il transito dei camion. Immobili, anche quando la polizia e i carabinieri, in tenuta antisommossa, hanno tentato di portarli via di peso.
Questa notte alle tre sono ripartiti i blocchi alla Granarolo, in duecento sono riusciti ad evitare il traffico di entrata e di uscita delle merci. Verso le nove del mattino la celere ha tentato di rimuovere i blocchi facendo partire alcune cariche. I lavoratori sono riusciti a "tenere" i cancelli, respingendo la polizia e riunendosi poi in assemblea, dalla quale hanno rilanciato i prossimi due appuntamenti di lotta: la giornata di boicottaggio dei prodotti Granarolo del 29 giugno e lo sciopero generale della logistica del 5 luglio prossimi.
L'assemblea interregionale dei delegati sindacali S.I. Cobas e A.D.L. Cobas riunitisi il 19 aprile a Bologna, in relazione alla vertenza sul rinnovo del CCNL di settore (trasporto merci e logistica) scaduto il 31/12/12 e alle condizioni lavorative effettivamente esistenti nei vari magazzini, rivendicano l'applicazione di medesime condizioni contrattuali indipendentemente dalla committenza di riferimento e dalla cooperativa/società di appartenenza.
Da due giorni gli aderenti al sindacato Si.Cobas fermano i tir in entrata e uscita dalla centrale del latte bolognese: "Causa crisi buste paga da galera, ma lo stabilimento è in salute. Questo è sfruttamento del lavoro". L'azienda: "Anche noi parte lesa, colpa della cooperativa che li ha assunti"