Come Rider in lotta Milano abbiamo partecipato alle recenti mobilitazioni dei lavoratori del food-delivery. Scriviamo qui alcune considerazioni sui fatti, i motivi, la composizione sociale e le pratiche di questi giorni di proteste.
Il nuovo contratto nazionale siglato a settembre da Anar/Ugl e Assodelivery è entrato in vigore il 3 novembre, come "adeguamento" alla legge n°128 del 2 novembre 2019, che prevede la sottoscrizione di un contratto nazionale per il settore del food-delivery.
A Milano dall'altro ieri i/le riders hanno iniziato a scioperare contro il nuovo contratto firmato da Assodelivery e UGL, dando vita a cortei spontanei che hanno attraverso tutta la città.
Ieri, lo sciopero è iniziato all'ora di pranzo con il rifiuto di accettare gli ordini e si è poi trasformato in un corteo spontaneo che da Piazza XXIV maggio si è spostato per tutta la città. A questo primo corteo ne è seguito un altro, sempre spontaneo e autorganizzato, partito dalla Stazione Centrale. Abbiamo attraversato tutta la città, bloccando Mc Donald e altri ristoranti, andando fuori dal supermercato di Glovo e impedendo ai colleghi in turno di effettuare gli ordini.
Ieri, 13 aprile, una trentina di lavoratori di Torino e Milano, insieme ad alcuni solidali, hanno occupato gli uffici centrali di Deliveroo a Milano. L'obiettivo: ottenere una risposta immediata alle richieste già da tempo formulate, e ribadite con l'ultimo sciopero torinese. Richieste davanti alle quali la dirigenza ha sempre fatto finta di niente, e così i ciclofattorini hanno deciso di andarla a trovare. Per tutta risposta Deliveroo ha mostrato il pugno duro chiamando la polizia antisommossa, che è entrata nella sede dell'azienda e ha spinto fuori tutti i riders e i solidali. Domenica 15 aprile a Bologna si terrà un'assemblea pubblica - organizzata dal collettivo Riders Union Bologna - per il coordinamento delle lotte nel mondo del food delivery, a cui parteciperanno lavoratori provenienti da più città. E' in programma anche la preparazione di un Primo Maggio di lotta dei riders.
E' stata un successo la biciclettata/sciopero dei fattorini e delle fattorine di Deliveroo, sabato 15 luglio a Milano.
Tanto che ad "incrociare la bicicletta" sono stati anche i lavoratori e la lavoratrici di Foodora e Glovo, altre due "app" che organizzano il servizio di consegna a domicilio.
Tanti e tante hanno girato la città, partendo da piazza XXIV Maggio, per denunciare lo stato di sfruttamento e precarietà che la "gig" economy genera. Molti e molte di più non hanno accettato turni per sabato sera, pur non manifestando. La prima Deliverance Strike Mass, a Milano, ha alzato il grido dei "riders" contro il pagamento a cottimo, e per un contratto che garantisca diritti e tutele salariali e legali. Non esistono ferie e malattie, non esiste nemmeno una copertura assicurativa per i riders che viaggiano su due ruote nel traffico metropolitano. Foodora ha tolto la paga oraria, Deliveroo vorrebbe fare lo stesso.
Siamo i lavoratori in bicicletta di Deliveroo. Quelli che la gig economy chiama "rider". Deliveroo dice che siamo "collaboratori autonomi" e "fornitori indipendenti" di prestazione d'opera, che bastano uno smartphone, una bicicletta funzionante e due gambe robuste e diventi "imprenditore di te stesso".
La nostra azienda dice che consegnare cibo non è un lavoro ma un "lavoretto" e per questo il sistema dell'assegnazione dei turni attraverso uno "slot" orario e "la messa a disposizione" rappresenta un sistema equo ed innovativo per la "valorizzazione" del nostro tempo: se sei molto disponibile e molto veloce consegnerai tanto e salirai nel ranking, perché l'algoritmo che smista gli ordini ne terrà conto; se avrai problemi, bucherai, sarai malato, partirai in vacanza, sospenderai per un po' la collaborazione, perderai posizioni e la possibilità che altri slot orari ti vengano assegnati. E' la dura legge del delivery food.
Sabato, a Milano, è stata una giornata all'insegna della solidarietà ai lavoratori e al popolo francese in lotta contro la Loi Travail, ma anche un'occasione per il rilancio, in Italia, dell'opposizione all'applicazione del Jobs Act. Ormai lo sanno tutti, le due riforme sono molto simili e non perché i francesi avrebbero copiato quella italiana, bensì per il fatto che i padroni vogliono ribassare ovunque le condizioni salariali e di lavoro calpestando la nostra dignità, indipendentemente dalla nostra nazionalità.
Presidio mercoledì 1 luglio h18 davanti Expo Spa.
A due mesi dalla sua inaugurazione, l'Esposizione universale di Milano si sta dimostrando peggio di ogni più critica previsione: dentro il sito espositivo di Rho-Pero abbiamo infatti visto e denunciato licenziamenti politici passati sotto silenzio mediatico, la sorveglianza dei lavoratori da parte di Expo s.p.a. e questura, contratti capestro e pirata con retribuzioni più basse del 30%, sfruttamento intensivo della manodopera "volontaria" e gratuita, mancato rispetto degli accordi e dei pagamenti.
Dopo lo sdoganamento del lavoro gratuito e i licenziamenti politici, arriva il divieto di volantinare davanti a Expo 2015.
E' quello che è successo questa mattina ad alcuni precari che distribuivano volantini all'entrata Triulza: individuati dalla sicurezza privata del sito di Rho Fiera, sono stati segnalati alla polizia che li ha prima identificati e quindi invitati ad andarsene. Questo il titolo del volantino distribuito: "Lavorare in Expo 2015: stipendi da fame, contratti pirata e licenziamenti politici."
Protesta questo pomeriggio, venerdì 8 maggio, per i dipendenti McDonalds della centrale piazza San Babila, a Milano (uno dei main sponsor di Expo che dovrebbe "nutrire il pianeta", proprio a Milano, è giusto la multinazionale del fast food).
Nel centralissimo fast food di piazza San Babila lavoratori e lavoratrici sono entrati in sciopero: sostenuti dalla Filcams Cgil, hanno abbandonato berretti e grembiuli e sono usciti dal locale al grido di "Sciopero, sciopero" e "Dobbiamo pagarlo noi, con le nostre buste paga al palo, il prezzo di Expo?".
I lavoratori sono senza contratto da due anni e per questo hanno deciso di scioperare davanti a centinaia di residenti e turisti.
Ieri a Milano giornata di sciopero del trasporto pubblico indetta dalla Confederazione Unitaria di Base Trasporti. Sulle linee M1, M2, M3 e M5 della metropolitana la circolazione è stata sospesa dalle 8.45 alle 15. Gli iscritti alla CUB hanno incrociato le braccia contro il piano di lavoro "extra" imposto da ATM per l'Expo, frutto di un accordo sottoscritto da tutte le Organizzazioni presenti al tavolo (Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa, Orsa, UGL, SAMA) e dal coordinamento RSU di ATM.
L'accordo contestato prevede "l'inesigibilità delle ferie in qualsiasi periodo dell'anno viste le richieste di servizi aggiuntivi relativi al periodo di Expo, l'eliminazione degli SCO, alti livelli di straordinari con ore di guida superiori ad ogni ragionevole limite, la totale indifferenza verso il problema della sicurezza. Un'intesa che dimentica ed esclude gli operai, gli impiegati e gli ausiliari e penalizza i famigliari di disabili (Legge 104), mentre nessuna delle istanze dei lavoratori viene accolta."