Siamo i 1666 licenziati di Almaviva Contact di Roma.
Secondo il Governo e la stampa dei suoi amici padroni, saremmo noi i colpevoli del nostro stesso licenziamento e non un'azienda che l'ha sempre voluto, che da anni usa questa minaccia per intascare soldi e commesse pubbliche, che da anni vessa i propri dipendenti e li mette gli uni contro gli altri. Un'azienda che mentre chiude le sedi di Roma e Napoli dove i lavoratori sono più anziani e le costano di più perché hanno ancora dei diritti, non si fa scrupolo di delocalizzare in Romania e chiedere ore di straordinario nelle sedi di Milano e Rende.
Qualcosa di storico è accaduto nelle campagne romane e dell'agro-pontino: migliaia di braccianti stranieri sono scesi in piazza per manifestare per i loro diritti! Anche i giornali ne hanno dovuto parlare, anche se ben davvero poco, considerata la portata della notizia.
Lunedì 18 Aprile, infatti, migliaia di lavoratori agricoli, quasi tutti provenienti dal Punjab, India, sono scesi in Piazza della Libertà, a Latina, sotto il palazzo della Prefettura, per chiedere il rispetto della propria dignità, costantemente calpestata da padroni e padroncini, che per arraffare quanto più possibile non si fanno scrupolo alcuno a ricorrere ai mezzi più biechi, dal caporalato al sistema dell'indebitamento, dal lavoro grigio a forme di lavoro quasi-schiavistico.
Nella notte fra venerdì e sabato c'è stato un nuovo blocco di 3 ore davanti al magazzino ortofrutticolo della Carrefour di Santa Palomba (RM) per ottenere il reintegro dei lavoratori licenziati il primo Dicembre 2015.
Una vicenda squallida in cui la cooperativa in appalto per Carrefour si è resa protagonista di una vera e propria truffa ai danni di lavoratori e contribuenti. Lo scorso Giugno la cooperativa, infatti, per ottenere gli sgravi contributivi regalati dal Governo Renzi alle imprese che nel 2015 abbiano fatto nuove assunzioni con il jobs act, aveva licenziato i propri 40 dipendenti (che avevano un contratto a tempo indeterminato) con l'impegno di assumerli per sei mesi a tempo determinato per poi stabilizzarli con il nuovo contratto a "tutele crescenti". Ma dei padroni non bisogna fidarsi mai, ed in questo giro, infatti, l'azienda ne ha approfittato per fare fuori i 7 lavoratori più anziani e politicizzati del magazzino.
La lotta, autorganizzata e fuori dal controllo dei sindacati di comodo (delegati distaccati a tempo pieno e promossi di parametro), è iniziata dall'esasperazione dei lavoratori per le irregolarità nella corresponsione dei salari, operate da più di tre anni da Roma Tpl, la società che gestisce il trasporto pubblico periferico della Capitale, e da cinque dalle aziende consorziate.
Lunedì 23 novembre nel deposito della Maglianella è scattato lo "sciopero selvaggio", a cui il giorno seguente si sono unite altre rimesse cittadine. L'adesione dei lavoratori è stata altissima e non è mai diminuita durante tutti gli otto giorni di blocco.
Lo sciopero dei lavoratori del Trasporto Pubblico Locale di Roma continua ad oltranza. Il presidio che sta bloccando i cancelli della rimessa di Tor Cervara era anche oggi gremito di lavoratori e lavoratrici in sciopero già dalle prime ore del mattino. Le condizioni lavorative in cui si trovano i lavoratori sono abbastanza gravi e queste sono la diretta conseguenza della fermezza con cui si sta affrontando, almeno per il momento, la protesta.
La Tpl è un'azienda che ha vinto l'appalto delle linee periferiche del comune di Roma durante il Giubileo del 2000 per potenziare, almeno così si giustificava allora, il trasporto pubblico della metropoli in vista del grande evento. Quindici anni dopo si è arrivati al capolinea, dopo anni di proteste da parte dei circa duemila lavoratori impiegati dalla ditta, oggi l'azienda è arrivata a non pagare gli stipendi. Da circa due mesi, i lavoratori in sciopero non percepiscono lo stipendio e in busta paga sono scomparse le indennità, di cui hanno diritto, gravando sulle retribuzioni con una perdita economica di oltre 500 euro mensili.
Come precedentemente annunciato, l'8 giugno si è tenuto a Roma il corteo dei facchini della logistica per rispondere all'aggressione agli scioperanti, avvenuta qualche settimana fa, durante i picchetti davanti ai cancelli di SDA. La questura non ha accordato il permesso per il presidio dove ha avuto luogo l'aggressione. Il corteo ha quindi percorso le vie vicine al magazzino (zona industriale della Tiburtina) passando di fronte a TNT e DHL. La manifestazione è stata caratterizzata da una forte presenza delle forze dell'ordine, sia polizia che carabinieri.
Negli ultimi anni i lavoratori della logistica di tutta Italia stanno portando avanti un'importante lotta per migliorare le loro condizioni di vita e di lavoro. Una lotta che ha svelato lo sfruttamento che c'è dietro al sistema delle cooperative, paravento del lavoro servile in Italia e che ha visto protagonisti sopratutto lavoratori immigrati, la stessa lotta di chi occupa casa e di chi resiste agli sfratti.
Martedì 19 maggio, nell'ambito della mobilitazione nazionale dei magazzini SDA, sono di nuovo scesi in sciopero i lavoratori dei siti RM2, dell'hub e di RM1 a Roma concentrandosi a via di Corcolle (zona Tiburtina) dove sono situati l'hub e il magazzino denominato RM1. Dalle 4 di mattina i facchini sono scesi in sciopero bloccando così il flusso in entrata e in uscita del magazzino.
Riceviamo e pubblichiamo:
Sciopero improvviso dalle 3.00 di questa mattina ai magazzini Bartolini di via Capranese, zona Roma est. In vista del cambio di appalto, i lavoratori impiegati nel magazzino sono stati licenziati con la vaga promessa di essere riassunti dalla cooperativa entrante. I facchini non ci stanno e chiedono la riassunzione di tutti gli operai e l'applicazione dell'attuale contratto di lavoro. La quasi totalità dei lavoratori ha incrociato le braccia e presidia i cancelli del magazzino. Fino a quando le richieste non saranno soddisfatte, lo sciopero proseguirà.
In seguito allo sciopero di venerdì 25 ottobre presso i magazzini DHL e TNT di Roma e Fiano Romano, il consorzio di cooperative Gesco Centro ha sospeso 14 lavoratori, privandoli del salario a tempo indeterminato.
Lo sciopero, cominciato intorno alle tre di notte, si era svolto secondo i rodati ed efficaci metodi di lotta in uso nel settore della logistica: senza preavviso e sostenuto da picchetti di scioperanti e solidali, allo scopo di impedire la movimentazione delle merci. A metà mattina, quando la fila di camion intasava la congestionata via Tiburtina, intervenivano i celerini a rimuovere il blocco; ma ormai i danni erano stati fatti e i picchetti potevano essere sciolti. I profitti della cooperativa, per quel giorno, sono fortemente diminuiti, forse dimezzati, visto che oltre i 2/3 delle consegne hanno subìto forti ritardi o sono stati rimandati al giorno dopo.
Stanotte a Roma c'è stato lo sciopero dei lavoratori delle cooperative con committente la multinazionale T.N.T. I blocchi dei camion per mezzo dei picchetti si sono verificati in due hub, Roma Tiburtina (via di Salone) e Fiano Romano. In quest'ultimo magazzino sono scesi in sciopero 60 lavoratori insieme a 8 dell'area di sostegno. Il clima era pesante. I capetti delle cooperative hanno organizzato i crumiri che hanno cercato, a più riprese, la rissa con gli scioperanti, in alcuni casi con successo. Sono arrivati in tempo relativamente breve i carabinieri che hanno avuto un atteggiamento di "umana comprensione" rispetto alle rivendicazioni dello sciopero. Una volta andati via al loro posto è arrivata la Polizia che ha fatto presente che i camion a cui veniva impedita l'entrata bloccavano la strada e non era più possibile il protrarsi della cosa. Dopo una lunga "contrattazione" sono stati fatti entrare due camion. Ricapitolando: il blocco è iniziato alle 4:00 ed è finito alle 11:00. Fino alle ore 10:00 non è entrato nessun camion, dalle 10:00 alle 11:00 due.