Lotte in corso. AMERICHE
Centinaia di agenti polizia hanno attaccato un gruppo di maestre, maestri e solidali della CNTE che bloccava le strade. Siamo nello stato di Oaxaca. Asuncion de Nochixtlan. Ad un ora circa della capitale dello stato
Oltre a gas lacrimogeni e urticanti la polizia ha sparato sulla folla. Diverse foto e video testimoniano l'uso delle armi. Sono 7 i morti accertati. Centinaia i feriti. Decine gli arrestati e i desaparecidos.
Il commissario della polizia federale, Galindo Cevallos, non ha esitato a confermare i fatti: "effettivamente - ha detto - è successo alla fine delle operazioni di sgombero. Le nostre fonti ci hanno parlato di civili armati e siamo intervenuti per sconfiggere la violenza".
Non si fermano gli scioperi in Messico, dove combattivi insegnanti manifestano contro la riforma dell'educazione con picchetti e blocchi della circolazione.
Il 27 maggio a Tuxtla Gutierrez, in Chiapas, centinaia di insegnanti membri del Coordinamento Nazionale dei Lavoratori dell'Educazione (CNTE) hanno bloccato per più di cinque ore l'accesso alla segreteria della Pubblica Istruzione, mentre altri blocchi si sono verificati all'aeroporto internazionale Santa Cruz Xoxocotlan di Oaxaca e sulla strada che collega la capitale con la città costiera di Puerto Escondido.
Il maltempo non ha fermato la marcia di #FightFor15 in programma il 25 maggio a Oak Brook presso il quartier generale di McDonald's. Per il terzo anno consecutivo centinaia di attivisti e lavoratori dei fast-food si sono riuniti per proseguire la lotta per il salario minimo di 15 dollari l'ora e la possibilità di organizzarsi sindacalmente.
La protesta è iniziata alle prime ore del mattino con il blocco dell'ingresso del principale ristorante McDonald's di Chicago; poi in centinaia si sono diretti verso la periferica Oak Brook dove sono state piantate le tende in attesa dell'assemblea dei soci della multinazionale. Alcuni cartelli inneggiano alla lotta comune con i lavoratori francesi che in questi giorni stanno bloccando il paese contro la Loi Travail.
Venerdì 5 maggio i lavoratori di Verizon Communications, il maggiore fornitore di servizi a banda larga negli Stati Uniti, hanno lanciato una "giornata d'azione" per protestare contro i piani di esternalizzazione, i licenziamenti e i tagli all'assistenza sanitaria previsti dall'azienda. In occasione dell'assemblea degli azionisti a Albuquerque, circa 300 manifestanti hanno assediato l'hotel dove si svolgeva l'incontro; in 15 tra lavoratori e solidali sono stati arrestati, compresi alcuni membri del sindacato.
Ieri, 14 aprile 2016, si è svolta la giornata mondiale di mobilitazione indetta dai lavoratori americani dei fast-food "on strike against poverty". Da tempo sui social network circola l'hashtag #FastFoodGlobal accompagnato dall'ormai noto #FightFor15.
I dipendenti dei fast-food sono scesi in piazza in più di 300 città nel mondo ed hanno coinvolto nella lotta magazzinieri, autotrasportatori e decine di migliaia di lavoratori dell'assistenza domiciliare e della scuola. Picchetti e flash mob hanno bloccato diverse città e numerosi punti vendita della ristorazione veloce, con slogan e cartelli contro il sistema dell'1% ben rappresentato dal pagliaccio Ronald McDonald's.
Venerdì 1 aprile sono scesi in sciopero gli insegnanti delle scuole di Chicago, in Illinois. I picchetti, sostenuti dai genitori degli alunni e da simpatizzanti, hanno riguardato circa 400 mila studenti.
Il grosso deficit statale si sta ripercuotendo sui salari dei docenti, a cui vengono imposti congedi non retribuiti. A ciò si aggiungono il blocco dei negoziati per il rinnovo del contratto, fermo dalla scorsa estate, e i continui tagli al settore.
Sostenuti dal sindacato Chicago Teachers Union (CTU), i lavoratori hanno lanciato una giornata d'azione in vari punti della città. Nonostante gli attacchi dei giornali e le prescrizioni del governatore dello Stato che ha bollato lo sciopero come illegale, centinaia di insegnanti vestiti di rosso hanno incrociato le braccia, bloccando l’ingresso alle scuole. Una grossa concentrazione si è avuta alla Chicago State University dove si prospettano massicci licenziamenti. La manifestazione si è conclusa con un corteo verso il centro della città che ha paralizzato il traffico.
Per il quarto anno consecutivo i lavoratori di Walmart scendono in sciopero in occasione del Black Friday. Il 27 novembre scorso i dipendenti della grande catena americana di vendita al dettaglio hanno incrociato le braccia, a New York, Los Angeles, Oakland, Detroit, e in molte altre città in tutto il paese, per rivendicare in linea con il movimento #FightFor15 il salario minimo di 15 dollari l'ora.
Molti di loro, afferma Our Walmart, faticano a procurarsi di che vivere. Oltre ad una più alta paga oraria chiedono migliori condizioni di lavoro, l'assistenza sanitaria e il rispetto dei lavoratori: "Troppi di noi devono contare sull'assistenza per le nostre esigenze di base. Walmart deve impegnarsi a fornire salari e benefici in modo tale che nessun socio deve fare affidamento sull'assistenza dei buoni pasto del governo".
Come i lavoratori dei fast-food scenderanno in sciopero in tutto il paese il 10 novembre, così persone in tutto il paese si riuniranno per stare al loro fianco, con gli educatori per l'infanzia e con tutti i 64 milioni di lavoratori sottopagati che guadagnano meno di 15 dollari l'ora. Perché è arrivato il tempo dei 15 dollari.
Insieme stiamo cambiando il corso degli eventi a favore dei lavoratori e delle loro famiglie. E avremo bisogno dell'aiuto di tutti - incluso il vostro - per far sì che questo diventi realtà.
Decine di migliaia di lavoratori del settore pubblico hanno manifestato sabato 3 ottobre a Montréal (Québec) per l'aumento dei salari.
A far scattare la mobilitazione è stata la proposta del presidente del Consiglio del Tesoro, Martin Coiteux, per il rinnovo del contratto nazionale: ha annunciato il congelamento dei salari per due anni e successivamente un aumento annuale dell'1% fino al 2019. I lavoratori chiedono invece una crescita del 13,5% nei prossimi tre anni.
Sulle orme delle storiche lotte dei portuali e su quelle più recenti degli scioperi dei camionisti, i lavoratori dei magazzini Cal Cartage del porto di Los Angeles protestano contro le dure condizioni di lavoro e i salari da fame. Alcune decine sono scese in sciopero martedì scorso e hanno organizzato dei picchetti: "Cal Cartage listen! We are fighting!"
Nonostante il supporto del Warehouse Workers Resource Center (WWRC) e di Teamsters, gli scioperanti non fanno parte di un sindacato e molti di loro non sono nemmeno lavoratori fissi. Si sono uniti in un unico movimento per fare pressione sui datori di lavoro operanti nei magazzini e per rivendicare il salario minimo di 15$ l'ora (subito, non entro il 2020 come stabilito dalla contea di Los Angeles) e il rispetto dei diritti dei lavoratori, interinali e fissi, in tutte le sedi di lavoro.