Lotte in corso. AMERICHE
In Messico la tensione tra insegnanti in lotta e polizia prosegue da mesi. Dopo il blocco del centro di Città del Messico lo scorso 9 febbraio, martedì 24 la protesta è divampata nei pressi dell'aeroporto di Acapulco, dove negli scontri tra polizia federale e membri del Coordinadora Estatal de Trabajadores de la Educación de Guerrero (CETEG) c'è stato un morto e parecchi feriti.
La vittima è Claudio Castillo, un insegnante in pensione di 65 anni deceduto in ospedale il 25 febbraio per le ferite riportate. Le persone arrestate sono state almeno 112, secondo un portavoce del sindacato regionale dei lavoratori dell'istruzione. I 5000 manifestanti sono scesi in strada contro le riforme dell'istruzione, rivendicando un salario migliore e giustizia per i 43 studenti desaparecidos di Ayotzinapa.
In un comunicato il ministero dell'interno messicano ha assicurato che la polizia federale ha "privilegiato il dialogo" per chiedere agli insegnati di ritirarsi dall'aeroporto, i quali hanno invece attaccato gli agenti "con pietre e diversi oggetti".
Tornano nelle strade gli abitanti di San Paolo e Rio de Janeiro per protestare contro l'aumento delle tariffe dei trasporti pubblici. A pochi mesi dalle grandi manifestazioni che paralizzarono il paese, migliaia di persone sono di nuovo scese in piazza contro i rincari di autobus, treni urbani e metropolitane. Il movimento #ContraTarifa chiede l'accesso libero ai trasporti e ha lanciato l'hashtag #TarifaZero. Il biglietto dei mezzi pubblici è salito da 3 reales a tre reales e mezzo e i più colpiti dal rincaro sono gli abitanti delle periferie povere.
Nella giornata di ieri sette manifestazioni simultanee, partite da diversi punti della periferia di San Paolo, hanno raccolto 10 mila persone. Un esempio di sciopero sociale ben riuscito. Per oggi, venerdì 23 gennaio, è stata indetta una giornata nazionale di protesta: Ato Nacional #ContraTarifa em 8 cidades brasileiras.
"Se non c'è giustizia per il popolo, non ci sarà pace per il governo!": scontri e arresti a Lima per la quarta marcia contro la Legge Pulpìn.
Tornano a marciare i giovani peruviani, nella quarta marcia contro la legge Pulpìn, che riforma il mercato del lavoro.
L'avevano annunciato sui social network, "non sarà una passeggiata! Non lasceremo che ci facciano fare solo un tour per Lima! Abbiamo deciso che la nostra destinazione deve essere il luogo dove questa legge è stata promulgata, il Congresso!".
Ma quando i due tronconi si sono riuniti per dirigersi verso il congresso si sono trovati davanti un imponente schieramento di forze dell'ordine, circa 500 poiliziotti, che sbarravano il cammino.
Saranno almeno 150 le città interessate dallo sciopero dei Fast Food il prossimo 4 dicembre. I lavoratori rivendicano un salario minimo di 15 dollari l'ora e il diritto ad organizzarsi sindacalmente. La data della manifestazione è stata votata all'unanimità durante una "conference call" il 25 novembre scorso, a pochi giorni di distanza dal secondo anniversario della prima azione di lotta.
Il 29 novembre 2012 duecento lavoratori di diversi ristoranti di New York parteciparono allo sciopero della categoria. Da allora il movimento ha continuato a crescere, trovando l'appoggio del sindacato dei servizi SEIU e coinvolgendo migliaia di lavoratori negli Stati Uniti.
Centinaia di lavoratori hanno partecipato in questi giorni ai sit-in di protesta per il boicottaggio del Black Friday, per il terzo anno consecutivo i dipendenti di Walmart sono scesi in sciopero nella celebre giornata di festa dello shopping americano. Grandi manifestazioni hanno avuto luogo a Chicago, Washington DC, Ferguson, ma anche in diverse città degli stati di California, Texas, New Jersey e Washington.
Molte le azioni di protesta che hanno coinvolto i punti vendita della catena. "Non ci fermeremo fino a quando i lavoratori Walmart non avranno diritto ad un sindacato, un salario di sussistenza, e condizioni di lavoro dignitose", urla da un megafono un aderente di OUR Walmart a Washington, mentre in un sobborgo di Saint Louis alcuni manifestanti entrano in un negozio cantando "Mani in alto, non sparare!".
Più di 400 persone sono state arrestate a Ferguson (Missouri) e in tutti gli Stati Uniti in seguito alle proteste per la mancata condanna del poliziotto responsabile dell'uccisione di Michael Brown. Manifestazioni e scontri sono avvenuti in tutte le grandi città degli Stati Uniti, da Boston a Dallas, da New York ad Atlanta. Su Twitter l'hashtag #Ferguson è diventato un trending topic in America e altrove.
L'ondata di protesta si allarga e si intreccia con altre lotte in corso. I dipendenti di Walmart, che lottano per un salario minimo di 15 dollari l'ora (#FightFor15) e il diritto di formare un sindacato, per il terzo anno consecutivo hanno proclamato lo sciopero nella giornata del Black Friday, e minacciano di bloccare 1.600 punti vendita in tutto il paese.
Nel pomeriggio di questo lunedì centinaia di studenti e maestri hanno fatto irruzione nel Palazzo del Governo e hanno incendiato l'edificio chiamato Tierra Caliente, per protesta poiché le autorità non hanno fornito informazioni su dove si trovino i 43 "normalisti" di Ayotzinapa scomparsi dal 26 settembre.
Verso le ore 17.00, i contestatori hanno fatto irruzione sul piazzale dell'immobile governativo e hanno distrutto le vetrate negli edifici Costa Chica, Costa Grande, Centro e Nord. Un elicottero sorvola la zona. Fino ad ora non sono giunti addetti del corpo dei pompieri. Poliziotti controllano il Palazzo del Governo.
Oggi, 4 settembre, migliaia di "Fast Food Workers" di McDonald's, Burger King, Wendy's, ecc., sono scesi in piazza in oltre 100 città degli Stati Uniti per manifestare contro paghe da fame: chiedono l'innalzamento della retribuzione minima a 15 dollari l'ora ed espongono cartelli con scritto "Fight For 15" e "Low Pay Is Not OK". Il sindacato SEIU (The Service Employees International Union) ha coinvolto nella lotta anche i lavoratori che svolgono assistenza domiciliare (#HomeCare).
A New York una ventina di lavoratori sono stati arrestati durante la protesta a Times Square. Arresti anche a Detroit e in altre città in seguito ai blocchi del traffico organizzati dai manifestanti.
Ieri è stato il giorno del Labour Day, la festa del lavoro, negli Usa. E il presidente Obama è tornato a sollevare il tema dell'aumento del salario minimo a 10,10 dollari l'ora, spiegando che questo servirà a rafforzare la ripresa economica e la condizione di milioni di lavoratori americani: "Non sto chiedendo la luna, ma voglio un buon accordo per i lavoratori americani", ha sottolineato Obama.
Dopodomani i dipendenti dei fast food incrociano di nuovo le braccia per chiedere proprio l'aumento del salario minimo. L'obiettivo, però, è quello di ottenere 15 dollari l'ora. E questa volta non si tratterà di un semplice sciopero. I dipendenti delle principali catene come MacDonald's, Burger King, Wendy's e Kfc, al grido di 'Fight For 15' (lotta per i 15 dollari) sono disposti anche alla disobbedienza civile, seppur non violenta, pur di attirare l'attenzione sul problema.
Missouri. Il presidente Obama segue da vicino l'evoluzione degli eventi nel sobborgo di St. Louis. La presenza della Guardia nazionale e la nuova notte di scontri sono il segno che è fallito il tentativo della polizia di gestire pacificamente le manifestazioni. Arrestati anche giornalisti
"In troppe comunità di questo paese esiste una profonda sfiducia tra i residenti e le forze di polizia locale. In troppe comunità giovani uomini di colore vengono lasciati indietro, visti solo come presenze di cui avere paura… è più probabile che finiscano in prigione, o invischiati nel nostro sistema giudiziario, che con un buon lavoro, o all'università".