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romaniaLa protesta, partita a Bucarest, si sta estendendo in altre città. I cittadini protestano dopo le dimissioni del sottosegretario alla Sanità, in rotta con il governo per la decisione di privatizzare il settore sanitario.

E' iniziata giovedì notte, con scontri in piazza compiuti da una cinquatina di persone. "Sono ultrà ", dicevano le cronache. E probabilmente era vero. Ma quelle proteste fatte di rabbia cieca - cassonetti incendiati, atti di vandalismo - di fatto sono diventati il catalizzatore dell'insoddisfazione di altre migliaia di cittadini, trasformando la Romania in una nuova Grecia, prima ancora del default . Nella notte di ieri sono scese in piazza a Bucarest un migliaio di persone. Ancora cassonetti e edicole incendiate. La polizia risponde con lancio di lacrimogeni , e con cariche per disperdere i manifestanti. E, ogni giorno che passa, il bilancio dei feriti si fa più pesante: ieri sono finiti in ospedale 13 persone. E si stima che dall'inizio delle proteste i feriti siano stati una cinquantina, mentre la polizia ha fermato 40 persone per "atti di vandalismo".

Tutto è cominciato con le dimissioni del ministro della Sanità, Raed Arafat. Nome piuttosto singolare per un ministro rumeno, e infatti Arafat è nato in Siria, ma è di origini palestinesi. Medico, è una figura molto popolare in Romania per le sue battaglie. E' stato lui nel 1991, neolaureato in medicina, a creare lo Smurd: un servizio di trasporto d'urgenza privato anche se in stretto raccordo con le istituzioni pubbliche come i vigili del fuoco. All'epoca, caduto da appena due anni il dittatore Ceaucescu, l'inziativa fu vista un po' male, come se si volesse fare concorrenza alle ambulanze statali, ma col tempo lo Smurd è diventato un servizio riconosciuto e diffuso in molte province rumene. Arafat, poi, ha fatto carriera ed è stato nominato sottosegretario alla Sanità dall'ex primo ministro Calin Popescu Tariceanu.

Arafat si è trovato in rotta di collisione con il chiacchieratissimo (sospeso nel 2007 per una questione di impeachment) presidente Traian Basescu , e in diretta televisiva. Mentre durante un dibattito in un talk show il sottosegretario esporimeva alcune perplessità in merito alla riforma presentata dal governo in materia di sanità - si prevede, tra l'altro, l'introduzione di assicurazioni private - è arrivata in studio la telefonata, niente meno, che del presidente (ricorda qualcuno?).

Il dialogo è stato piuttosto ruvido, con Basescu che ha praticamente consigliato a Arafat di dimettersi. E lui lo ha fatto - ricevendo, dicono le cronache, nessuna solidarietà dai partiti che si sarebbero subito messi all'opera, invece, per piazzare qualcuno dei "loro".

Ma lo scontro in diretta tv, unito al fatto che Basescu è da tempo a centro di polemiche, unito soprattutto al fatto che il governo per fronteggiare la crisi ha effettuato una srerie di riforme poco popolari, ha scatenato la rivolta di piazza. Che sta diventando incontrollabile.

In realtà è dal 2010 che la Romania è in ebollizione. Dopo un accordo con il Fondo monetario internazionale per "ripianare il debito pubblico", sono state messe in campo delle politiche draconiane: pensioni tagliate del 15%, tagli del 25% agli stipendi dei dipendenti pubblici. Già all'epoca gli osservatori commentarono che quello della Romania era il piano di austerità più duro applicato in Europa. Ora si stanno raccogliendo i frutti.

di Cinzia Gubbini

[tratto da www.ilmanifesto.it]