Stanotte a Roma c'è stato lo sciopero dei lavoratori delle cooperative con committente la multinazionale T.N.T. I blocchi dei camion per mezzo dei picchetti si sono verificati in due hub, Roma Tiburtina (via di Salone) e Fiano Romano. In quest'ultimo magazzino sono scesi in sciopero 60 lavoratori insieme a 8 dell'area di sostegno. Il clima era pesante. I capetti delle cooperative hanno organizzato i crumiri che hanno cercato, a più riprese, la rissa con gli scioperanti, in alcuni casi con successo. Sono arrivati in tempo relativamente breve i carabinieri che hanno avuto un atteggiamento di "umana comprensione" rispetto alle rivendicazioni dello sciopero. Una volta andati via al loro posto è arrivata la Polizia che ha fatto presente che i camion a cui veniva impedita l'entrata bloccavano la strada e non era più possibile il protrarsi della cosa. Dopo una lunga "contrattazione" sono stati fatti entrare due camion. Ricapitolando: il blocco è iniziato alle 4:00 ed è finito alle 11:00. Fino alle ore 10:00 non è entrato nessun camion, dalle 10:00 alle 11:00 due.
I lavoratori (maliani, eritrei, qualcuno del Ghana, qualche rumeno e italiani) sono stati decisi, responsabili e compatti. C'è molta rabbia e in alcuni casi una vera e propria disperazione. Di fronte alle continue minacce, spintonamenti e qualche cazzotto da parte dei crumiri, un lavoratore ha dato letteralmente di "matto". Ha cominciato a gridare cercando la rissa, dicendo che lavora tre ore al giorno per volere della cooperativa (che va a prendere altre persone al campo profughi della Croce Rossa facendoli lavorare parecchie ore al giorno per un terzo di quello che prendono gli altri) e deve mantenere quattro persone. Dal canto loro, i crumiri urlavano la stessa disperazione e la loro paura di perdere, per via delle lotte, anche quel poco che ancora hanno. La stessa condizione di miseria, due collocazioni differenti: i primi fuori a bloccare i camion, gli altri dentro a fare i cani da guardia.
A questo coro si aggiungeva la voce dei camionisti che solidarizzavano con lo sciopero ma sottolineavano che il blocco gli toglieva giorni di riposo, pause e soldi.
L'unico delegato della CGIL era uno dei più attivi tra i crumiri e "spiegava" ai lavoratori che gli scioperi non si possono fare senza il dovuto preavviso e così facendo si rischia il licenziamento. Aggiungeva che se la T.N.T ha meno ordini e il lavoro diminuisce non è colpa dell'azienda.
A via di Salone i fatti si sono svolti più o meno nello stesso modo, fino a quando non è arrivata la celere che, dopo aver identificato tutti i presenti, lavoratori e non, ha imposto l'entrata dei camion perché la fila stava arrivando sulla Tiburtina, bloccando il traffico già intasato.
Considerazione finali: questi scioperi stanno progressivamente diventando più impegnativi dal punto di vista della reazione delle cooperative e dei loro scagnozzi. Sarebbe pertanto auspicabile che la presenza fisica di chi è solidale con le mobilitazioni aumentasse: in un futuro molto prossimo le forze attualmente in campo potrebbero non essere sufficienti.
L'unione di tutti i lavoratori del settore inizia a essere difficile, c'è bisogno di supporto e di maggiore coordinamento. Non considerando chi piega la testa e baratta dignità per due ore di lavoro in più al giorno, per come è congegnato il meccanismo della logistica, se i facchini incrociano le braccia ledono oggettivamente i camionisti che, a loro volta, se scioperano non fanno lavorare i facchini. Potrebbero scioperare insieme ma, al fine della trattativa, sono diversi i committenti. A noi non interessa la trattativa come fine, vediamo nelle lotte e nell'esperienza che i lavoratori stanno facendo un modo per estendere la solidarità di classe.
In serata abbiamo saputo che sei lavoratori (quattro appartenenti alle cooperative che lavorano per T.N.T e D.H.L) sono stati sospesi dal servizio. Attendiamo ulteriori informazioni in merito.
Roma, 25/10/2013