7 maggio 2011
Il coordinamento dei lavoratori del terzo settore insieme ad altri lavoratori precari e inoccupati che hanno preso parte alle assemblee metropolitane organizzate pubblicamente a Bari, aventi come finalità la costituzione di uno spazio di riflessione allargata a quanti oggi vivono sotto lo scacco di questo sistema economico, hanno deciso collettivamente di non seguire il corteo che trasportava la salma della classe dei lavoratori ma di aspettarlo in piazza, per poter interagire e scambiare esperienze con quanti erano presenti sul e sotto il palco della CGIL.
Gli striscioni proposti criticavano l’inutilità di uno sciopero troppo breve e senza prospettiva di continuità di lotta (Oggi uno sciopero inutile…e domani? – Quattro ore non sono niente, sciopero permanente).
Gli ultimi accordi firmati dalla CGIL, nella maggior parte delle categorie, sono stati TUTTTI A RIBASSO, dimostrando una sudditanza completa alla parte padronale, alle leggi del mercato, alla speculazione del capitale finanziario.
I volantini distribuiti criticavano la relativa debolezza della piattaforma “rivendicativa” proposta dal più numeroso sindacato italiano, provando a parlare a quanti come noi vivono condizioni miserande come lavoratori stabili, come precari, come disoccupati. Abbiamo provato a chiedere la parola per un intervento sul palco ma ci è stata negata.
Dal basso ne abbiamo ascoltate di parole inutili e vuote, parole che hanno dimenticato l’attacco reale al peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di giovani e meno giovani, parole che rischiano di svuotare definitivamente il senso di uno sciopero generale. Vogliamo fare chiarezza su quanto hanno scritto di noi alcuni giornali. Non apparteniamo a centri sociali, non vogliamo sfogare la nostra rabbia senza direzione.
Molti di noi hanno avuto esperienze sindacali senza essere pervenuti ad alcun risultato utile e concreto per la loro situazione (ritardi di retribuzioni, mobbing, aumento dei carichi di lavoro, straordinari non retribuiti, licenziamenti ecc..) e quindi a voce alta denunciano l’immobilismo sindacale.
L’unico modo per farsi ascoltare è stato avanzare verso il palco. La piazza è stata con noi, anziani, adulti, giovani, studenti, ci hanno sostenuto e mentre sfilavamo, siamo stati incitati e seguiti da tanti dei presenti.
La CGIL, dopo questo sciopero politico, cosa sarà in grado di proporre? Questa è la nostra domanda.
Noi, coordinamento dei lavoratori del terzo settore, continueremo a sostenere le nostre rivendicazioni, appoggiando anche le lotte di tutti i lavoratori e i disoccupati che vogliono riprendersi le loro vite.
[tratto da http://coordinamentoterzosettore.wordpress.com]