Alcune migliaia di insegnanti sono scesi in piazza ad Ankara contro i progetti di riforma dell'educazione del premier Recep Tayip Erdogan. Le forze dell'ordine in assetto anti-sommossa hanno disperso violentemente i lavoratori e hanno impedito al corteo di avvicinarsi alla sede del ministero dell'Educazione a Kizilay, nel cuore della capitale turca, utilizzando gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e spray urticanti. La manifestazione è stata convocata da due dei principali sindacati del paese, la Confederazione dei dipendenti del settore pubblico Kesk e l'Unione del personale della Pubblica Istruzione Egitim-Sen.
La tensione nel settore dell'istruzione ha cominciato a salire all'inizio di questa settimana, quando Erdogan ha annunciato riforme che favoriscono l'accesso agli istituti islamici dove le materie di studio vertono soprattutto sul Corano e i suoi precetti. Il premier ha dichiarato che su questo punto il governo sarà intransigente e non accetterà alcun tipo di dietrofront. L'opposizione accusa il premier di volere re-islamizzare il paese.
In questi anni Erdogan ha dirottato i finanziamenti per l'istruzione sugli istituti religiosi, che risultano i più organizzati e forniti delle più moderne attrezzature, trascurando le altre scuole, che fanno fatica anche ad avere insegnanti a tempo pieno.
Queste ultime proteste di lavoratori si inseriscono nel più ampio sommovimento della società turca degli ultimi mesi, a partire dall'occupazione nel maggio scorso di Gezi Park a Istanbul. Da allora la situazione è incandescente: le numerose manifestazioni che si susseguono sono puntualmente accolte dalla violenza poliziesca, soprattutto quando a scendere in piazza sono i lavoratori.
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