DISK (Sindacato confederale dei lavoratori rivoluzionari), KESK (Sindacato confederale dei lavoratori del servizio pubblico), TMMOB (Unione degli ingegnieri e degli architetti di Turchia) e TTB (Unione dei Medici di Turchia) hanno diffuso un comunicato stampa comune per protestare contro la strage avvenuta nella miniera di carbone in località Soma nella città di Manisa, ieri, 13 Maggio 2014.
Pubblichiamo la traduzione del comunicato:
"Sappiamo chi sono i responsabili del massacro avvenuto a Soma.
La piazza che è stata il cuore delle proteste contro il premier Erdogan è interdetta alle manifestazioni. La polizia ha sparato con cannoni ad acqua, lacrimogeni e proiettili di gomma sui dimostranti. In Turchia il Primo maggio è festa nazionale da 2009
Scontri in piazza Taksim a Istanbul, in Turchia, dove i manifestanti scesi in strada per il Primo maggio hanno sfidato il divieto governativo di riunirsi nel luogo divenuto simbolo della protesta anti-governativa.
Il governo Erdogan vieta le celebrazioni del primo maggio nella storica e simbolica Piazza Taksim ad Istanbul. Ma i sindacati rivoluzionari ribadiscono che non sottosteranno ad alcun divieto.
Aggiornamento ore 14:15
In un incontro con i parlamentari del suo partito, il Premier turco Erdogan ha confermato stamane che non permetterà riunioni o assembramenti a Piazza Taksim il 1 maggio. "Quelli che hanno intenzione di celebrarlo [il 1 maggio, ndr] lì, stanno dicendo praticamente: 'sono pronto per gli scontri'. Perdete ogni speranza per Taksim – ha aggiunto il Primo Ministro – non entrate in guerra contro lo stato.
Sono i giorni della rivolta di Gezi Park e Berkin Elvan, un ragazzo di 15 anni, viene colpito da un candelotto lacrimogeno mentre va a comprare il pane. Rimasto in coma per 268 giorni, ieri mattina, intorno alle 07:00, è morto. La notizia è stata data dai suoi genitori via Twitter ed è diventata immediatamente virale sui social network. Scontri con la polizia si sono verificati davanti all'ospedale di Istanbul, in cui il ragazzo era ricoverato, e si sono presto estesi ad altre città (Ankara, Adana, Mersin, Smirne, Eskisehir, Antiochia, Antalya, Bursa) proseguendo per tutta la notte.
Alcune migliaia di insegnanti sono scesi in piazza ad Ankara contro i progetti di riforma dell'educazione del premier Recep Tayip Erdogan. Le forze dell'ordine in assetto anti-sommossa hanno disperso violentemente i lavoratori e hanno impedito al corteo di avvicinarsi alla sede del ministero dell'Educazione a Kizilay, nel cuore della capitale turca, utilizzando gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e spray urticanti. La manifestazione è stata convocata da due dei principali sindacati del paese, la Confederazione dei dipendenti del settore pubblico Kesk e l'Unione del personale della Pubblica Istruzione Egitim-Sen.
di Alberto Tetta*
Ieri in 19 piazze e parchi della città gli attivisti di Occupy Gezi si sono riuniti per la seconda volta per discutere su come continuare la mobilitazione nei quartieri.
Istanbul, 20 giugno 2013, Nena News - La polizia turca ha annunciato che servono subito 100 mila nuove cartucce di lacrimogeni, 45 blindati e 15 camionette. In 20 giorni di scontri, ne sono state usate più di 130 unità di gas e le riserve sono esaurite. Le forze dell'ordine hanno quindi chiesto al Ministero delle finanze l'autorizzazione a un acquisto straordinario. Mentre emergono sempre più prove che la polizia abbia diluito nell'acqua sparata dagli idranti per disperdere i manifestanti gas liquido OS (oleoresin capsicum) in grado di provocare ustioni di primo grado in contatto con la pelle.
Gli scontri tra manifestanti e polizia in varie citta' turche sono stati accompagnati nella notte da oltre 500 fermi; e intanto oggi vari sindacati turchi si preparano a una giornata di scioperi, dichiarati illegali dal ministro dell'interno, contro la repressione. - "La nostra richiesta è che la violenza della polizia cessi immediatamente", ha detto alla France presse il portavoce di KESK, Baki Cinar. I sindacati rappresentano centinaia di migliaia di lavoratori e molto probabilmente lo sciopero avrà riprecussioni su scuole, ospedali e uffici pubblici in tutto il Paese.
Amici e amiche di tutte le città del mondo, vi invitiamo questo fine settimana a riunirvi e reclamare i vostri spazi pubblici, mostrando solidarietà per #OccupyGezi e le numerose manifestazioni in Turchia.
Quello che è iniziato come una piccola occupazione per proteggere Gezi Park, in Istanbul, è esplosa nei giorni seguenti diventando una protesta di massa e espandendosi in tutta la Turchia. L’uso indiscriminato e fuori misura della violenza da parte della polizia è stato un fattore che ha aiutato la diffusione della protesta. Così come Gezi Park cristalizza la lotta per difendere lo spazio pubblico, sequestrato dall’autoritarismo neoliberale, i gas al peperoncino con cui le forze dell’ordine hanno ricoperto Istanbul, sono una perfetta metafora della mancanza di aria di cui abbiamo bisogno per vivere.
Le proteste sono iniziate contro il piano del governo per trasformare un parco pubblico di Istanbul, il Gezi Park di Taksim, in un centro commerciale. La dura repressione che si è abbattuta sui manifestanti è stata la scintilla che ha fatto divampare l'incendio in tutta la Turchia. La rivolta si è diffusa ad altre città ed i social network sono diventati neuroni e sinapsi di un movimento che è uscito dai confini nazionali per assumere un respiro di portata mondiale.
Non a caso, all'indomani delle grandi manifestazioni di Istanbul e Ankara, il premier Erdogan ha definito le reti sociali "una minaccia per la società". I manifestanti non lasciano le piazze e vogliono un cambiamento reale ora. Si sono collegati spontaneamente alle piattaforme internet di Occupy Wall Street e degli Indignados ed hanno ricevuto solidarietà dai quattro angoli del pianeta.